Carlo Verdone conquista il pubblico del Festival anche a distanza con il suo libro che racconta una vita

MANTOVA – Prima dell’inizio dell’incontro la delusione tra i partecipanti è palpabile: non poter ascoltare Carlo Verdone in presenza fa arricciare il naso a molti.
Poi sale sul palco Paola Saluzzi e, proprio nel presentare Verdone, spiega che una “persona seria come lui deve aver avuto un motivo veramente valido per non venire a Mantova”. E non appena parte il collegamento streaming è lui stesso a spiegarlo: “ho avuto un attacco di diverticolite, non sono proprio in grado di viaggiare”.
Qualcuno così in platea, conoscendo la ben nota fama di ipocondriaco (o ex) di Verdone accenna un sorriso.
Ma i sorrisi veri arrivano di li a poco quando l’attore e regista romano, incalzato dalla Saluzzi, racconta alcune storie racchiuse nel suo ultimo libro “La carezza della memoria” e riconquista così il pubblico del Festival.

Verdone racconta che è un libro nato durante il lockdown. “Ho pensato che visto che ero bloccato a casa potevo mettere in moto il cervello e scrivere un nuovo libro, ma mi mancava l’idea. Il giorno dopo decido di mettere a posto uno scatolone chiuso da tempo, che cade, si spacca e scivolano fuori oggetti, agendine, fogli, occhiali e fotografie. Da lì mi è venuta l’idea di trasformare ognuno di quelli, in particolare una quindicina di questi, in un racconto”.
La prima storia di cui parla è per la verità dolceamara: è legata alla foto scattata sulla terrazza di casa sua, a Roma, quando aveva 23 anni , immortalato da una certa Maria F., una prostituta che Carlo conobbe per caso e di cui si invaghì per un periodo. “Era una bella ragazza e non aveva nulla di volgare. Aveva un viso e degli occhi pieni di poesia, la portai in giro per Roma per farle conoscere quella città che per lei era solo un appartamento in via Panisperma”.
Poi arrivano le risate con la storia di lui, suo padre Mario e i suoi figli piccoli al circo con l’elefante di Liana Orfei che, su invito della stessa artista circense, va verso Verdone, ’prima stacca le gambe e alza la proboscide. “Vorrebbe fare un barrito ma non gli viene e gli parte invece uno “scaracchio” che mi centra in fronte. Praticamente mi arriva un’ostrica immensa proprio qui al centro della faccia, sembrava una scena da clown” racconta l’attore tra le risate del pubblico.
C’è poi il bellissimo racconto della signora Stella, malata terminale che lo vuole incontrare per ringraziarlo di averle fatto passare, guardando i suoi film, delle ore di svago, pur in un momento così drammatico. Poi il racconto esilarante del treno in cui può mettere in bella mostra le sue conoscenze in campo sanitario. Insomma tante storie vere, di vita, che a sentirle possono sembrare i ricordi dell’amico della porta accanto. Gli applausi sono tanti per l’attore alla fine delle diverse storie e al termine dell’incontro. Con Verdone che si scusa ancora per la sua assenza in piazza Castello e una promessa: “verrò a Mantova presto, per firmare il mio libro a quanto l’hanno comprato e a salutare la città”.