Case abusive al Trincerone, una variante del Comune consentirà alle famiglie di continuare ad abitarci

MANTOVA – I terreni al Trincerone su cui sono state realizzate lottizzazioni abusive cambieranno destinazione d’uso passando da aree agricole ad aree per servizi dedicate ai campi di sosta o di transito dei nomadi.
E’ quanto prevede la delibera di Giunta che dà il via al procedimento di variante della destinazione d’uso delle aree acquisite in modo da trasformarle in aree per servizi dedicate ai campi di sosta o di transito dei nomadi.

“La variante è indispensabile perché sarebbe folle pensare di riportare oltre 60 persone nel campo di sosta di via Learco Guerra – ha dichiarato l’assessore comunale Andrea Murari -. Al contrario il nostro impegno esplicito è di ridurlo sempre più. Per fare questo vanno trovate alternative, nella piena legittimità, per le famiglie che sono uscite dal campo decenni fa. Ora che le aree sono passate al Comune possono essere finalmente regolarizzate, dopo un’odissea durata più di un decennio”.

“Come settore Servizi Sociali, abbiamo approfondito la valutazione dei nuclei famigliari coinvolti presenti nella zona del Trincerone – spiega l’assessore comunale al Welfare Andrea Caprini -. Li abbiamo convocati tutti, incontrati, conosciuti, abbiamo condotto una approfondita analisi della situazione caso per caso; ne è emerso un quadro complessivo per cui sono di fatto quattro famiglie allargate per un totale di 62 persone con 20 minori. Nel corso degli incontri abbiamo riscontrato da parte di tutti la difficoltà a reperire una diversa soluzione abitativa, con il rischio concreto di generare una situazione di grave emergenza, cioè 60 persone da collocare in altre abitazioni, a fronte di una situazione oggettiva di generale difficoltà a fornire risposte per la domanda di casa tra sfratti, liste d’attesa per le case popolari, alloggi temporanei pieni, difficolta a reperire appartamenti in affitto, eccetera”.
Ed ha proseguito: “Sommando tutte queste componenti, abbiamo valutato che la soluzione più idonea, dal punto di vista sociale, fosse autorizzare temporaneamente alla sosta e alla permanenza nelle aree, in attesa che si definisca il quadro urbanistico di futuro utilizzo. Di fatto, le aree oggi sono state acquisite al patrimonio comunale, quindi il Comune è il proprietario, in ottemperanza alla sentenza del Tar e del Consiglio di Stato. E con i provvedimenti dei Servizi Sociali, autorizziamo in via transitoria le famiglie a restare dove sono, avviando al tempo stesso il procedimento urbanistico che punterà a trasformare quelle aree in microaree abitabili, a particolari condizioni di utilizzo che verranno stabilite”.

Al termine del procedimento, che durerà circa un anno – si legge nella nota diffusa da via Roma – verranno conformate le aree per i servizi da destinare ai campi di sosta o di transito dei nomadi.
La variante rappresenta l’occasione per attribuire la corretta destinazione, secondo quanto previsto dalla norma regionale, anche per l’area del campo di sosta di via Learco Guerra, al momento classificata come area standard per i servizi pubblici.
Nelle more del procedimento di variante urbanistica, che durerà non meno di un anno di iter istruttorio, prima di giungere in Consiglio Comunale, le famiglie che da decenni risiedono nelle aree e che ne erano proprietarie, potranno continuare a sostare al loro interno, al fine di evitare un’emergenza abitativa senza soluzioni alternative. Infatti, il settore Servizi Sociali ha approfondito la situazione di tutte le famiglie con colloqui individuali, da cui sono emerse situazioni di fragilità economica e sociale oltre alla presenza di numerosi minori.

“La norma prevede, infatti, che il Documento di piano “d’intesa con i Comuni limitrofi, può individuare, anche con rappresentazioni grafiche in scala adeguata, le aree nelle quali il piano dei servizi prevede la localizzazione dei campi di sosta o di transito dei nomadi”; e che “la realizzazione ovvero il mantenimento di campi di sosta o di transito dei nomadi possono essere previsti unicamente nelle aree a tal fine individuate dal documento di piano. I campi devono essere dotati di tutti i servizi primari, dimensionati in rapporto alla capacità ricettiva prevista”.