Castelbelforte, il rapporto trasmesso al Tribunale dei Minori: dovrà decidere sulla pericolosità delle due assalitrici

I carabinieri sul luogo dove la tredicenne è stata aggredita e ridotta in fin di vita sabato scorso da due compagne di classe

CASTELBELFORTE – E’ stato trasmesso dai carabinieri al Tribunale dei Minori di Brescia il rapporto sull’aggressione delle due tredicenni avvenuta ai danni della loro coetanea e compagna di classe sabato scorso a Castelbelforte.
Le due assalitrici, che dopo la deposizione in caserma, sono state riaffidate subito alle rispettive famiglie e sono quindi a casa, hanno entrambe meno di 14 anni e quindi non sono imputabili. Questo non vuol dire però che nei loro confronti non possa venir disposta nessuna misura, laddove siano considerate pericolose.
Se l’accusa della Procura minorile sarà, come è possibile, quella di tentato omicidio, il  che confermerebbe la pericolosità del loro comportamento, potrebbero scattare misure non penali ma “di sicurezza”.  Ed ecco il perché probabilmente le famiglie delle due assalitrici hanno nominato due legali.
Ma cosa significa misure di sicurezza? Queste – si legge su Diritto.it – sono provvedimenti adottati per “rieducare” la persona ritenuta socialmente pericolosa e rispondere ad esigenze di prevenzione sociale. La misura di sicurezza tipica per i minorenni è l’ex riformatorio giudiziario, oggi comunità minorile, alla quale il giudice può condannare il minorenne che non ha compiuto i quattordici anni se ritiene che il reato commesso sia particolarmente grave. Un’altra misura di sicurezza che il giudice può comminare al minorenne socialmente pericoloso è la libertà vigilata, che consiste in prescrizioni rivolte a limitare la libertà dello stesso, come ad esempio non uscire di notte e non frequentare locali dove si vendono alcolici.
Dal lato civile, dei danni commessi dal minorenne rispondono i genitori o le altre persone che dovevano vigilare su di lui.

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