Cinque anni fa la tragedia di Rigopiano. I parenti delle vittime chiedono giustizia

Sono trascorsi cinque anni dalla tragedia di Rigopiano, dalla valanga che quel 18 gennaio 2017 sulla montagna abruzzese travolse il resort di Farindola (Pescara) lasciando senza vita sotto le macerie 29 persone.
A perdere la vita furono: Jessica Tinari (24 anni), Marinella Colangeli (32), gestiva la spa dell’albergo, Roberto Del Rosso, proprietario e gestore dell’hotel Rigopiano di 53 anni, Cecilia Martella (24), Ilaria Di Biase (22), impegnata come cuoca, Piero Di Pietro (54), Marco Vagnarelli (44) e Paola Tomassini (46), Alessandro Riccetti (33), Luciano Caporale (54) e Silvana Angelucci (46), Stefano Feniello (28), Marco Tanda (25), Marina Serraiocco (38) e Domenico Di Michelangelo (41), Emanuele Bonifazi (31), Luana Biferi (30), Sara Angelozzi (40) e Claudio Baldini (40), Linda Salzetta (31), Gabriele D’Angelo (32), Nadia Acconciamessa (47), Alessandro Giancaterino (42), Valentina Cicioni (33 anni), Dame Faye (42), Foresta Tobia (59) e Bianca Iudicone (50), Sebastiano Di Carlo (49), Rosa Barbara Nobilio (51).
Fiaccolata, alzabandiera, deposizione fiori e messa: così saranno ricordate oggi sul luogo della tragedia le 29 vittime della valanga che 5 anni fa travolse l’hotel resort di Rigopiano. “Noi lottiamo da 5 anni per dare giustizia ai nostri angeli e per far sì che mai più si ripeta quello che è successo a Rigopiano”, hanno scritto in una nota i promotori del comitato vittime. “Non si spengano i riflettori su questa tragedia”.
30 gli imputati 29 dei quali hanno scelto il rito abbreviato: rappresentanti della Regione Abruzzo, della Provincia di Pescara, della Prefettura di Pescara e del Comune di Farindola, alcuni rappresentanti dell’albergo distrutto e 7 prefettizi accusati di depistaggio in un fascicolo poi riunito al procedimento madre.
Il rito abbreviato sarà discusso davanti al giudice per l’udienza preliminare Gianluca Sarandrea: prima, però, dovrà essere depositata la consulenza sulle perizie dell’accusa e del collegio difensivo. Il giudice ha nominato un collegio di periti per dirimere la questione riguardante l’origine della valanga del 18 gennaio, perché gli accertamenti peritali prodotti dall’accusa e dalle difese sono tra loro contrastanti.
La perizia dell’accusa punta, tra l’altro, sulla mancata realizzazione della carta valanghe, sullo sgombero delle strade di accesso al resort in quota e sul presunto tardivo allestimento del centro coordinamento soccorsi; quella delle difese verte sulla fatalità, sul carattere imprevedibile del sisma che ha preceduto la valanga. La nuova perizia avrà bisogno con molta probabilità di una proroga, data la complessità della materia. Gli esperti nominati dal gup terranno in considerazione, ad esempio, la possibilità che eventi naturali, compresi fenomeni sismici, “possano aver assunto incidenza sulle cause di innesco della valanga” e valuteranno anche il ruolo e l’effettivo impiego dei mezzi sgombraneve in dotazione alla Provincia di Pescara.