Clienti in piedi dentro e fuori dal locale. Il titolare del bar Rosso Gino ai poliziotti: “siete dei poveracci, purtroppo non posso ammazzarvi”, per lui doppia denuncia

Clienti in piedi dentro e fuori dal locale. Il titolare del bar Rosso Gino ai poliziotti:

MANTOVA – Gli agenti della Polizia sabato scorso stavano sanzionando il suo locale, il bar “Rosso Gino” in Corso Vittorio Emanuele a Mantova perchè, a dispetto delle disposizioni ministeriali, vi erano tre clienti in piedi al banco e almeno una dozzina fuori, tutti intenti a bere e a mangiare uno vicino all’altro. In quel momento è arrivato lui, il proprietario, il 46enne D.P, che ha iniziato a mostrare subito insofferenza nei confronti dei poliziotti e ha mostrato loro un tesserino di riconoscimento dell’Ordine degli Avvocati di Mantova.
Così il Personale della Divisione di Polizia Amministrativa della Questura, procedeva alla contestazione, anche nei suoi confronti della violazione dell Articolo 650 del Codice Penale, non avendo ottemperato alle disposizioni governative a tutela della salute pubblica. già contestata al barista.
A quel punto l’uomo. ha iniziato a insultare ad alta voce con frasi offensive e minacciose gli agenti di polizia: “Voi siete il peggio che possa esistere, siete dei poveracci, voi guadagnate 1.400 euro e io sono miliardario e ve la farò pagare”. E poi ” Purtroppo non posso picchiarvi, non posso ammazzarvi purtroppo”.
Poiché a causa del comportamento aggressivo del proprietario la situazione stava rischiando di degenerare in qualcosa di più grave, venivano fatte intervenire sul posto anche pattuglie della “Volante” e della Polizia Locale.
In considerazione di quanto accaduto e del comportamento gravemente offensivo tenuto da D. P., gli Agenti lo hanno denunciato alla Procura della Repubblica anche per Oltraggio a Pubblico Ufficiale, e a segnalarlo all’Ordine degli Avvocati per tutte le violazioni di carattere disciplinare che si riterranno commesse.
Nei giorni precedenti, il 46enne era stato denunciato dalla Polizia Locale alla Autorità Giudiziaria per una simile violazione dell’Art. 650 del Codice Penale.
 I clienti che al momento del fatto erano dentro e fuori il locale sono stati tutti identificati.

La Questura ricorda che le disposizioni contenute nei Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri che si sono susseguiti negli ultimi giorni, come oramai è ben noto a tutti, hanno la finalità di contenere la diffusione del COVID-19 attraverso la limitazione della circolazione delle persone, la riduzione degli orari di apertura degli esercizi pubblici ed il divieto di assembramenti in luoghi pubblici ovvero aperti al pubblico, con la prescrizione di mantenere una distanza di sicurezza di almeno un metro tra una persona e l’altra: tutto ciò allo scopo irrinunciabile di tutelare, in altre parole, la salute pubblica.
Ed è proprio in quest’ottica che sono state assunte dal Governo misure stringenti atte a garantire il rigoroso rispetto di quanto stabilito, con l’impiego delle Forze di Polizia per l’attuazione di sistematici e severi controlli finalizzati a verificare e sanzionare le eventuali violazioni.
La Questura ricorda infine, in linea generale, che chi viola le disposizioni contenute nei DPCM sopra citati viene sanzionato penalmente non solo in base all’Articolo 650 del C. P., ma che il comportamento da questi tenuto viene vagliato dalla competente Autorità Giudiziaria eventualmente anche ai sensi dell’Articolo 452 del Codice Penale (Delitti colposi contro la salute pubblica), il quale, nei casi più gravi, prevede una pena fino a 12 anni di carcere.