MANTOVA – “E’ importante la proroga fino al 31 dicembre dei permessi di soggiorno per lavoro stagionale in scadenza al 31 maggio al fine di evitare agli stranieri di dover rientrare nel proprio Paese proprio con l’inizio della stagione di raccolta nelle campagne”. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini all’incontro con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i ministri Bellanova, Catalfo, Gualtieri e Patuanelli nel sottolineare che ora il problema della mancanza di manodopera nelle campagne che va affrontato con la semplificazione dei voucher agricoli. “Con il blocco delle frontiere – sottolinea la Coldiretti – sono venuti a mancare circa duecentomila lavoratori stranieri che arrivavano in Italia per la stagione di raccolta per poi tornare nel proprio Paese”.
“Per non far marcire i raccolti nelle campagne e garantire le forniture alimentari alla popolazione è necessario agevolare il ritorno temporaneo dei lavoratori da Paesi dell’Unione Europea attraverso corridoi verdi come hanno già fatto Gran Bretagna e Germania con la Romania. e con questo obiettivo – ha riferito Prandini – abbiamo aperto un canale di collaborazione con il massimo rappresentante diplomatico del governo di Bucarest in Italia, l’ambasciatore George Bologan“.
“Ma – ha continuato Prandini – è importante aprire il più possibile il mercato alle opportunità di lavoro per gli italiani che rischiano il duro impatto occupazionale della crisi economica da coronavirus. E per questo è ora necessaria subito una radicale semplificazione del voucher “agricolo” che possa consentire limitatamente al periodo di emergenza da parte dei beneficiari di ammortizzatori sociali ma anche di studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui scuole, università attività economiche ed aziende sono chiuse e molti lavoratori in cassa integrazione potrebbero trovare una occasione di integrazione del reddito proprio nelle attività di raccolta nelle campagne”.
“Sono l’unico strumento – ha concluso Prandini – per affrontare realisticamente in tempi rapidi una situazione che si sta facendo drammatica, con il calendario delle raccolte che si intensifica con l’avanzare della primavera. Dopo fragole, asparagi, carciofi, ortaggi in serra (come meloni, pomodori, peperoni e melanzane in Sicilia) con l’aprirsi della stagione i prodotti di serra lasciano il posto a quelli all’aperto, partendo dal sud per arrivare al nord. Le raccolte di frutta sono partite con le ciliegie in Puglia, a seguire ci sarà la raccolta delle albicocche, poi prugne e pesche, sempre iniziando dal meridione, per poi risalire lo stivale ed arrivare, con la scalarità delle diverse varietà fino a settembre. A maggio inizia la raccolta dell’uva da tavola in Sicilia, a giugno le prime pere, ad agosto le prime mele e l’inizio della vendemmia mentre a ottobre- conclude la Coldiretti – inizia la raccolta delle olive e a novembre quella del kiwi”.