DOSOLO – Il contagio da Covid corre tra gli impianti di lavorazione della carne. Dopo i casi del salumificio Gardani e del macello Ghinzelli di Viadana oggi sono stati registrati due positivi al macello Martelli di Dosolo.
Si tratta di due operai, uno di origine straniera e l’altro italiano. Uno dei due sarebbe stato ricoverato all’ospedale di Guastalla, l’altro invece è asintomatico.
Immediato questa mattina l’intervento del Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli ambienti di lavoro dell’Ats Val Padana che, alla luce dei contagi registrati, ha deciso di effettuare il tampone a tutti i 250 dipendenti del macello Martelli. I test hanno preso il via questa mattina alle 10 per concludersi solo alle 19.
Domani si dovrebbero conoscere i risultati. Nelle prossime ore sono attesi anche i risultati dei tamponi effettuati su tutti i lavoratori del macello Ghinzelli dove sono stati trovati 12 operai positivi dipendenti di una cooperativa che opera presso l’azienda di Viadana.
Un numero uguale di positivi era stato registrato nei giorni precedenti al salumificio Gardani, sempre di Viadana. Ormai appare chiaro che un focolaio, non si sa ancora di quale dimensione, si sia sviluppato nell’industria della lavorazione della carne del viadanese, una delle aree della provincia mantovana più colpite dal virus fin dall’inizio della pandemia.
Secondo l’Ats, che ha effettuato stamani i controlli al salumificio Martelli, tutte le misure di sicurezza anti-Covid vengono rispettate dentro alla struttura.
Così come accaduto per Gardani e Ghinzelli, anche al macello Ghinzelli, si ipotizza che il contagio possa essere nato non tanto dentro al luogo di lavoro ma fuori, nella socialità, degli operai.
Molti sono infatti stranieri che vivono in comunità e in case sovraffollate che la notte si trasformano in dormitori. In situazioni simili la trasmissione del virus è facilissima.
In ogni caso si aspettano gli esiti delle indagini epidemiologiche. Quelle però effettuate al Gardani e al Ghinzelli sembrerebbero andare proprio in questa direzione.
