Coronavirus, agricoltura: Cia Est Lombardia chiede misure a sostegno delle imprese agricole delle zone rosse

MANTOVA – Sospensione dei termini per il pagamento di tributi, contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria, forte semplificazione degli adempimenti per il reperimento della forza lavoro e anticipo di tutti i premi Pac. Sono alcune delle misure previste dal governo in seguito all’allerta Coronavirus per le “zone rosse” che Cia Agricoltori Italiani Est Lombardia chiede vengano estese anche al resto della Lombardia.

«Queste misure – commenta Domenico D’Amato, responsabile Cia Est Lombardia – devono essere indirizzate in maniera prioritaria ai giovani agricoltori, al sistema agrituristico, all’avvio di campagne informative sul sistema Paese. Occorre incentivare al massimo la partecipazione a fiere e l’internalizzazione delle imprese, ristorando al 100%, con un credito d’imposta tutte le spese sostenute dal sistema per gli eventi promozionali annullati».

Per Cia l’emergenza epidemiologica derivante dalla diffusione del nuovo Coronavirus, accanto alle pesanti ricadute sul fronte sanitario, sta causando ripercussioni anche sul sistema economico e sociale del Paese. Particolarmente colpiti i territori del Nord Italia, dove il settore agroalimentare rappresenta uno dei più importanti e strategici asset economici. Sono circa 10 i miliardi di euro di valore aggiunto ai prezzi di base, di fatto il 15% del valore aggiunto dell’agroalimentare italiano, che sono prodotti nella sola regione Lombardia. Di questa percentuale, il 70% nelle province di Brescia, Mantova e Cremona rappresentate da Cia Agricoltori Italiani Est Lombardia. Intuibile, dunque, la straordinarietà del momento che, se non gestito adeguatamente, rischia di coinvolgere a cascata tutta l’Italia.

Cia Agricoltori Italiani sta partecipando in queste settimane alle consultazioni nei diversi tavoli istituzionali finalizzati a definire le azioni necessarie a sostenere le aziende in questo difficile periodo per la salute umana. La confederazione chiede soluzioni che siano da un lato rapide e incisive e, dall’altro, definite e tarate all’interno di un progetto di rilancio e sviluppo dell’intero sistema Paese.

“Per quel che concerne il settore agricolo, le principali ripercussioni riguardano il settore agrituristico, le cui prenotazioni per i prossimi mesi sono di fatto azzerate, e l’internazionalizzazione, a causa di limitazioni e ostacoli al traffico di merci e in seguito a ingiustificati fenomeni di allarmismo nei confronti del cibo Made in Italy registrati all’estero – si legge in una nota della Confederazione. – Tali fronti aperti rischiano di ripercuotersi negativamente sui principali comparti agricoli con effetti che, probabilmente, saranno più evidenti nei prossimi mesi”.

Da qui le proposte di Cia Agricoltori Italiani che mirano in primo luogo alla immediata gestione dell’emergenza e, in seconda battuta, ad una prima possibile prospettiva di rilancio settoriale.

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