MANTOVA – Ieri la notizia che una decina di malati contagiati da Covid sottoposti a plasmaterapia all’ospedale Carlo Poma sono migliorati decisamente. E da questa sperimentazione le buone notizie continuano.
Sono infatti già 30 i donatori disponibili al prelievo del plasma iperimmune, 10 dei quali reclutati da Avis, gli altri individuati dal Centro Servizi di Asst Mantova, nell’ambito del Dipartimento delle Fragilità diretto da Angela Bellani. Cinque di loro hanno donato il prezioso emocomponente, che per la sua ricchezza di anticorpi può essere utilizzato a scopo terapeutico nei pazienti affetti da Covid-19. Da ogni prelievo si ricavano due dosi di plasma da trasfondere.
I potenziali donatori sono persone guarite, sottoposte a due tamponi a distanza di 24 ore l’uno dall’altro risultati entrambi negativi. Una volta selezionati, i donatori vengono valutati dal servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale, diretto da Massimo Franchini, che stabilisce la loro idoneità al prelievo. Gli specialisti del Poma sono stati contattati da numerosi centri trasfusionali italiani, che hanno chiesto di aderire al protocollo in uso: da Mantova piena disponibilità per consulenze e collaborazione su questo fronte.
Si esegue la procedura grazie ad apparecchiature e dispositivi donati ad Asst dalla ditta Kedrion, come spiega Massimo Franchini: “Ogni sacca di plasma, prima di esser trasfusa, viene virus inattivata con una metodica particolare che rende massima la sicurezza del prodotto. Ringrazio la Kedrion e il responsabile medico dell’azienda Alessandro Gringeri per questa donazione, che ci consente di ricorrere a una terapia promettente. Si può considerare il plasma iperimmune l’unica cura specifica attualmente disponibile per il nuovo coronavirus”.
I primi risultati ottenuti sono infatti incoraggianti. Lo sottolinea il direttore della Pneumologia Giuseppe De Donno: “Ad oggi abbiamo trattato 12 pazienti, per 8 dei quali si è evidenziato un significativo miglioramento dal punto di vista della sintomatologia, degli indici di infiammazione, di ossigenazione e di emogasanalisi. Respirano autonomamente Altri pazienti, più gravi, stanno già mostrando i primi segni di miglioramento, nonostante siano sottoposti a ventilazione meccanica da oltre dieci giorni”.
La terapia con il plasma ha consentito di dimettere 4 di questi pazienti. Una soddisfazione e una speranza anche per il personale sanitario, impegnato da settimane a combattere l’emergenza.
“Ora dobbiamo puntare a trattare i pazienti molto precocemente – conclude De Donno – evitando così la ventilazione meccanica invasiva o non invasiva. Anche gli anticorpi anti-interleuchina 6, impiegati per il trattamento dell’artrite reumatoide e previsti dai protocolli covid, stanno dando i primi risultati positivi”.
Il secondo dei donatori arruolati da Asst è don Andrea Marchini, 30 anni, della parrocchia di Cerese, ricoverato al Poma per 20 giorni tra Malattie infettive, Terapia intensiva e Pneumologia: “Mi chiedevo se ce l’avrei fatta e il personale sanitario mi è stato molto vicino. Ringrazio tutti gli operatori per ciò che fanno ogni giorno. È stata un’esperienza drammatica, ma altrettanto significativa, perché mi ha permesso di focalizzare l’attenzione sulle cose che contano davvero nella vita. Dopo la donazione mi sono sentito più forte. Spero che il mio piccolo gesto possa aiutare qualcuno”.