MANTOVA – Positivi al Covid raddoppiati nel giro di una sola settimana in provincia di Mantova. I dati di Ats Val Padana, diffusi quotidianamente dalla Prefettura, dicono infatti che nella settimana dal 13 al 19 giugno i nuovi contagi nella provincia virgiliana erano stati 1.020 contro i 2.030 della settimana dal 20 al 26 giugno.
Protagonista della nuova ondata è la variante Omicron 5, passata dal 16% dei casi al 34% nel giro di tre settimane.
Ma secondo quanto dichiarato nei giorni scorsi a Repubblica da Cesare Cislaghi, ex presidente dell’Associazione italiana di epidemiologia, la colpa non è della maggiore contagiosità di Omicron 5: “La verità è che abbiamo abbassato le difese”.
Questo spiegherebbe anche il fatto che molti dei nuovi positivi sono soprattutto giovani.
Sull’ipotesi che la variante Omicron BA.5 o Omicron 5 possa essere come un’influenza, “fondamentalmente penso che sia così, in alcuni casi anche meno. Abbiamo forme di raffreddore rinforzato, naso che cola e mal di gola. In 3-4 giorni massimo in un vaccinato questa forma si risolve”. Così all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. “L’ultima variante non scende quasi mai nei polmoni, viene dal Portogallo dove sta passando senza danni”. Secondo Bassetti, “siamo di fronte ad una forma simil influenzale, quindi molto contagiosa, ma se osserviamo i dati delle ospedalizzazioni nei Paesi dove BA.5 è già passata non si sono alzati, si è ricoverata pochissima gente”.
“Clinicamente è già un’influenza, magari con un febbrone, ma certamente non stagionale, visto che sono 9 mesi che sta circolando in maniera violenta considerati anche i decessi. Quindi possiamo parlare di ‘influenza’, ma con la dovuta cautela, Sars-CoV-2 non è andato in soffitta e la sottovariante Omicron BA.5 ci dimostra che qualche elemento di preoccupazione rimane. Non possiamo pensare che sia tutto finito”. E’ questo invece il parere di Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit).
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