MANTOVA – “Serve uno sforzo comune che coinvolga i soggetti a tutti livelli, per definire misure strategiche necessarie a tutelare una filiera centrale dell’agroalimentare italiano, con la Lombardia che rappresenta la prima realtà per numero di capi allevati a livello nazionale”. È quanto afferma Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Lombardia, in occasione del nuovo incontro del tavolo interregionale per la crisi della suinicoltura tra le regioni Lombardia ed Emilia Romagna.
Sulle stalle italiane dove si allevano i maiali per le produzioni di prosciutti e salami della tradizione Made in Italy – spiega la Coldiretti Lombardia – si è scatenata una vera e propria tempesta perfetta per l’effetto combinato delle difficoltà del canale Horeca, con il calo degli acquisti da parte della ristorazione a causa del Covid, e della peste suina, che ha sconvolto il mercato europeo delle carni suine, inondato dalla produzione tedesca dopo la chiusura delle frontiere cinesi ai prodotti teutonici. In questo scenario il prezzo dei suini si è ridotto da marzo a giugno di oltre il 36%, e da ottobre a novembre di oltre il 17%, mentre sono contestualmente aumentate le materie prime per l’alimentazione degli animali.
Di fronte a questa situazione, Coldiretti ha chiesto di inserire nella Legge di Bilancio la completa compensazione dell’Iva per i produttori di carne suina, portando l’aliquota di compensazione dal 7,95% al 10%, ma per sostenere il settore occorre anche far arrivare velocemente alle aziende i fondi stanziati nell’ambito delle misure anti-Covid. “Un’ulteriore opzione da prendere in considerazione – prosegue Voltini – potrebbe essere quella di prevedere per l’OCM delle carni suine un premio accoppiato come quello previsto per la linea vacca – vitello”.
“In un momento di incertezza come questo – continua Voltini –, per tutelare l’eccellenza delle nostre produzioni, diventa ancora più importante attuare sistemi che verifichino la tracciabilità della materia prima, cosa che il Sistema di Qualità Nazionale non garantisce”. E proprio in tema di trasparenza, l’applicazione della legge sull’etichettatura d’origine delle carni suine trasformate, fortemente voluta dalla Coldiretti, andrà a garantire la valorizzazione dei prodotti realmente Made in Italy.
Ma a preoccupare gli allevatori – continua la Coldiretti Lombardia – è anche il rischio di ingresso della Peste Suina Africana sul territorio nazionale contro la quale è necessario tenere alta la guardia fino al blocco delle importazioni di animali vivi da zone che possano rappresentare una minaccia veicolata dai cinghiali, di cui è fondamentale il contenimento della popolazione.
In Lombardia – conclude la Coldiretti regionale – si allevano oltre 4 milioni di suini, pari alla metà del totale nazionale, concentrati prevalentemente nelle province di Brescia, Mantova e Cremona.