Domenica a Porto, l’omaggio di eQual a Vittorio Veronesi

PORTO MANTOVANO – Domenica 16 maggio, alle 10:30 Associazione eQual organizza a Porto Mantovano una commemorazione del partigiano e bracciante Vittorio Veronesi, nel 71° anniversario del suo omicidio. Punto di ritrovo sarà la lapide dedicata a Veronesi presso i giardini di via Calvi a Bancole: con la partecipazione del Comune di Porto Mantovano verrà deposta una corona di fiori e interventi ricorderanno la storia del sindacalista ucciso durante il grande sciopero bracciantile del 1950.
Un evento particolarmente atteso da Associazione eQual che sulla memoria storica e sulla figura di Veronesi in questi anni ha praticato un percorso di riscoperta e divulgazione. L’importanza della figura di Vittorio Veronesi è infatti duplice: da un punto di vista della memoria storica del territorio e dell’attualità. Veronesi fa parte di quella generazione che durante e dopo la guerra lottò duramente per la libertà e l’uguaglianza. Combattente partigiano nelle brigate Garibaldi e, in seguito, bracciante e sindacalista. È proprio l’impegno per i diritti di tutti che lo rende figura nota in zona: apprezzato dalla popolazione e inviso a chi, anche dopo la fine del fascismo, voleva mantenere potere e privilegi. Venne ucciso brutalmente la notte del 17 maggio: con altri due compagni stava effettuando una ronda nelle campagne per verificare la presenza di crumiri, quando l’agrario Grazioli e i suoi sgherri fecero intenzionalmente fuoco sui tre lavoratori.
Agonizzante, il corpo di Veronesi venne portato in fretta a distanza dal luogo della sparatoria, dove oggi c’è la lapide commemorativa.
E c’è la questione dell’attualità, come spiega il coordinatore di eQual, Emanuele Bellintani: “Veronesi è l’esempio di una Mantova popolare da cui tutti veniamo e per molto tempo dimenticata. Necessario è dunque conoscere le nostre radici per comprendere da dove veniamo e dove vogliamo andare. A maggior ragione in questo presente in cui i lavoratori delle campagne subiscono sfruttamento e che, se alzano la testa, rischiano ancora la vita”