Femminicidio Yana, chiuse le indagini preliminari su Stratan: si avvicina il processo

CASTIGLIONE – Dopo sei mesi di indagini preliminari sembra all’orizzonte l’apertura del processo per l’omicidio di Yana Malaiko, la ragazza di origini ucraine uccisa a Castiglione lo scorso 20 gennaio dall’ex fidanzato Dumitru Stratan e poi gettata in zona Valle a Castiglione. Lunedì 14 agosto il pm Lucia Lombardo ha notificato a Stratan l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, contestando l’omicidio con percosse e soffocamento violento. Contestate anche le aggravanti di premeditazione, di omicidio di una persona con cui c’era stata una relazione affettiva e occultamento di cadavere, per assicurarsi l’impunità.

“Finalmente dopo 6 mesi di indagini preliminari – ha detto l’avvocato che rappresenta la famiglia di Yana, Angelo Lino Murtas -, si intravede ora il processo per omicidio. Avevamo iniziato tutti insieme con 10 lunghi giorni di ricerca della povera Yana scomparsa nel nulla. Girando in tutti gli anfratti con grande aiuto dei cittadini di Castiglione delle Stiviere, la grande apprensione del papà, della mamma e dei nonni di Romano di Lombardia. Fino al suo drammatico ritrovamento al confine tra Castiglione Lonato “buttato come fosse spazzatura” in una discarica di tagli di siepi, constatando che, dopo essere stata percossa con cattiveria perché voleva rifarsi una vita da donna libera, era stata inserita forzatamente in un trolley sigillato poi con del cellophane, trascinata a balzi per le scale e buttata appunto in quella discarica. Un ritrovamento che aveva “gelato” le speranze che fosse ancora viva. Una storia senza umanità nei luoghi dove invece oltre 160 anni fa proprio l’umanità dei cittadini locali durante una atroce seconda guerra d’indipendenza aveva permesso la nascita della Croce Rossa Internazionale. Ora là in fondo intravediamo finalmente il processo davanti alla Corte d’Assise, con il papà Oleksandr e la mamma Tetiana che non piangono più ma solo perché hanno terminato tutte le lacrime.
Non cerchiamo certo vendetta al processo, ma soltanto una “Giustizia Giusta”, facendo riconoscere la “Premeditazione” anche dalle minacce di morte e dagli appostamenti nei giorni precedenti, cosa che apre le porte all’ergastolo, senza i perdonismi diffusi e le giustificazioni ad ogni crimine che purtroppo stanno diventando consuetudine in questa guerra dove ogni tre giorni una povera donna viene assassinata da chi invece avrebbe dovuta amarla per l’eternità”.

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