MANTOVA – Vent’anni di galera per Dumitru Stratan per il femminicidio dell’ex fidanzata Yana Malaiko, oltre ad un risarcimento complessivo alle parti civili di 750mila euro: questa la sentenza di primo grado stabilita oggi dalla Corte d’assise del tribunale di Mantova presieduta dal giudice Gilberto Casari, che ha escluso la premeditazione. I giudici hanno emesso la sentenza dopo tre ore di camera di consiglio.
Respinta dunque la richiesta dell’ergastolo per l’uomo avanzata dalla pm Lucia Lombardo che, assieme alle parti civili, aveva sempre sostenuto la premeditazione.
Delusione e rabbia in aula da parte di amici e parenti, ma anche delle associazioni che avevano seguito da vicino questo processo. Un caso, quello del femminicidio di Yana, che aveva toccato profondamente la comunità di Castiglione delle Stiviere, dove la ragazza era molto conosciuta.
L’AMAREZZA DI PAPA’ OLEKSANDR: “LA GIUSTIZIA IN ITALIA NON ESISTE, NESSUNA DONNA E’ AL SICURO CON QUESTE SENTENZE”
Grande amarezza da parte di papà Oleksandr, che dopo la lettura della sentenza ha commentato: “Sono passati 26 mesi da quando hanno ammazzato mia figlia, e quel giorno sono morto anch’io. La sentenza di oggi dice che ogni donna in Italia non al sicuro perché ogni uomo violento saprà di poter uccidere una donna e poter essere libero tra 6/7/8 anni. Purtroppo, la giustizia in Italia non esiste. Io vorrei ringraziare ogni italiano, il Pm Lombardo, l’avvocato Murtas che hanno fatto un lavoro gigantesco. Ma purtroppo abbiamo quello che abbiamo. Comunque io non mi arrendo, andremo in secondo grado e combatteremo per mia figlia”.
L’AVVOCATO MURTAS (PARTE CIVILE): “DAREMO BATTAGLIA IN APPELLO PER VEDERE RICONOSCIUTA LA PREMEDITAZIONE”
“I tentativi di depistaggio, dimostrano il dolo successivo – osserva l’avvocato di Parte Civile Angelo Lino Murtas, che promette battaglia in appello -, come il mandare messaggi col cellulare della persona uccisa, occultarne il corpo in una valigia, portarla alla discarica, farla sparire, negare anche le cose che siamo riusciti a dimostrare con dei video. Non è solo un dolo successivo, ma anche antecedente: la voglia di uccidere, nascondere tutte le prove, risciacquare tutta la casa, mettere tutti gli indumenti nei sacchi neri. La prima cosa di cui si è premurato l’assassino è stata quella di far sparire le prove. Si dimostra questo dolo concomitante e successivo di chi non voleva avere delle conseguenze. E per il padre, una pena di 20 anni non è proporzionata, perché il fatto è veramente grave”. “Dopo questo caso, un esempio che si è ripetuto: anche qualche giorno fa un’altra donna è stata messa in una valigia e buttata nel fiume. Ormai queste povere donne vengono trattate come spazzatura. Ci deve essere la dimostrazione che i fatti gravi vengono puniti con una pena grave e sia lo spauracchio giusto che intimorisca chi si pone queste idee. Se la pena è così ridotta, dopo metà uno può anche uscire dal carcere, e già due anni sono passati. Per il padre non è accettabile. Chiaramente faremo appello per vedere riconosciuta la premeditazione”.
NESSUN COMMENTO DA PARTE DEI DIFENSORI DI STRATAN
No comment alla sentenza da parte dei difensori di Dumitru Stratan, gli avvocati Viscomi e Grande Aracri. La sentenza, che ha evitato l’ergastolo, sarà stata certamente ritenuta soddisfacente da parte dei difensori, anche perché la strategia si era concentrata espressamente proprio sulla caduta della premeditazione.