Garantire alle persone con disabilità una vita di qualità “durante e dopo di noi”: ecco la mission di Fondazione Futuro

MANTOVA – Una realtà che possa essere un supporto ed un punto di riferimento concreto non solo per le famiglie di persone disabili ma anche per i ragazzi stessi per affiancarli ed accompagnarli in un percorso di crescita ed autodeterminazione che possa dare loro una vita dignitosa anche dopo la scomparsa dei genitori. Un progetto che va, dunque di pari passo con la Legge 112 sul “Dopo di noi”. Questo lo scopo della Fondazione Futuro presentata questa mattina nella sede di Confindustria.

“Creare una fondazione – spiega la presidente Laura Amadei – non è stato facile. La nostra missione è dare risposte e proposte sul “dopo di noi” alle persone disabili, che sappiamo necessitano di un rilevante sostegno ed alle loro famiglie. Obiettivo è dare una vita autonoma in contesto di coabitazione di 3/5 ragazzi, che magari si conoscono e scelgono, e farli vivere come in una famiglia”. Tutto questo grazie a percorsi di co-housing in cui i ragazzi saranno accompagnati nel percorso verso la loro autonomia. “I giovani – continua Amadei – manterranno le loro abitudini: lavoro, sport e passioni il tutto un’ottica di valorizzazione delle singole abilità. Permettere loro una buona qualità di vita con inclusione sociale è fondamentale. Ma se, da un lato, si pensa ai ragazzi con disabilità, dall’altro si guarda anche ai genitori “per far vivere loro il distacco dai figli nel modo più sereno possibile. Sarà tenuta in considerazione anche l’emergenza: saranno mantenuti liberi alcuni posti letto per i genitori per situazioni temporanee”. Un progetto, insomma, ambizioso per cui “noi abbiamo messo il seme. Ora è nata la piantina che deve diventare forte e vigorosa e per questo serve l’aiuto di tutti. Vogliamo che le famiglie non abbiano più paura delle parole ‘dopo di noi'”, conclude Amadei.

Una mission di cui negli ultimi anni si è percepita ancora di più l’importanza, nonché la necessità di misure ad hoc: proprio in questa ottica è, infatti, nata la Legge 112.
Oggi le persone con disabilità in Italia 3.150.000: numeri che, secondo alcune ricerche, sono destinati ad un costante aumento. “Per questo – evidenzia l’avv. Giulio Gobbati, che ha curato con l’avv. Paola Mantovani la costituzione dell’Ente del Terzo Settore – servono  norme che tutelino le persone con disabilità anche quando resteranno sole”.

Un progetto, quello di Fondazione Futuro, sposato anche da Regione Lombardia, oggi rappresentata dall’assessore alle politiche sulla disabilità Alessandra Locatelli. “Un aiuto prezioso per tante persone che hanno in carico il futuro dei propri figli. Una responsabilità che è, però di tutti noi. È importante avere un orizzonte. Anche Regione Lombardia sta lavorando, perché il futuro è già oggi. Le nostre Ats stanno preparando contributi specifici sulla Legge del durante e dopo di noi. Bisogna basare tutto su un progetto di vita che metta al centro ognuna delle persone e la loro autonomia: un’autonomia costruita tra persona, famiglia e istituzioni. Garantire alle persone con disabilità un futuro migliore è fondamentale e tutto questo passa anche per un cambiamento mentale che abbatta ogni tipo di barriera. Le persone hanno bisogno di relazioni altrimenti muoiono e se lavoreremo insieme credo che questo progetto avrà lunga vita”.

Massimo appoggio al progetto anche dal presidente della Provincia di Mantova Carlo Bottani e dal sindaco di Mantova Mattia Palazzi, questa mattina presenti in via Portazzolo. “Credo ci sia l’humus giusto per creare qualcosa di buono in un contesto istituzionale. Oggi lavoriamo e continueremo a farlo” ha dichiarato Bottani. Dello stesso avviso il sindaco Palazzi che ha spiegato come già il Comune si stia muovendo in un’ottica del “dopo di noi”: “Le istituzioni devono avere la capacità di reperire l’esperienza delle famiglie, che nasce dal quotidiano, e definire il perimetro dei diritti sotto i quali non si può andare. Questa è la prima generazione di cittadini disabili che vivrà più a lungo: un aspetto che crea anche preoccupazione per chi se ne occupa. Bisogna ridisegnare un contesto fatto di tanti servizi”.

Presenti anche una rappresentanza di Fondazione Comunità Mantova, Monica Perugini presidente della Cooperativa Isidora e Mariangela Gorgaini, presidente di Auxialia Mantova.