Gli agromeccanici di Cai incontrano il ministro Patuanelli: le imprese fondamentali per l’innovazione

STEFANO PATUANELLI MINISTRO

ROMA – Le imprese agromeccaniche centrali per l’innovazione del sistema agroalimentare: non si può, infatti, affrontare un percorso di transizione ecologica senza considerare l’attività agromeccanica e assecondarne la spinta tecnologica. “Lo abbiamo ribadito al ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, col quale abbiamo avuto un confronto cordiale, costruttivo e, riteniamo, molto positivo”, queste le parole del presidente della Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani Gianni Dalla Bernardina, che nei giorni scorsi ha avuto un colloquio col ministro Partuanelli insieme al vicepresidente di Cai, Sandro Cappellini.

Un incontro durante il quale sono state illustrate al ministro le priorità di una categoria come quelle delle imprese agromeccaniche che genera un fatturato di oltre 4,5 miliardi di euro e che è largamente rappresentata da Cai, come ricordato da Dalla Bernardina. “Insieme a Coldiretti siamo impegnati a organizzare un Albo delle imprese agromeccaniche, così da qualificare ulteriormente l’attività professionale svolta in conto terzi e centrare l’obiettivo di un riconoscimento pieno all’interno dell’agricoltura”.

Un progetto che punta, insomma, a rilanciare l’innovazione per la competitività. “Con oltre 18mila imprese coinvolte, al servizio di oltre 600.000 aziende agricole, per una superficie lavorata di 6 milioni di ettari in Italia, le imprese agromeccaniche attendono ora il totale riconoscimento agricolo come dettato dalla legge, eliminando così quella confusione di ruoli che – puntualizza Cai – non fanno altro che limitare la competitività delle filiere agroalimentari italiane proiettate in un mondo sempre più globalizzato e alle prese con le sfide della sostenibilità ambientale, economica e sociale e con un percorso di transizione ecologica che non può prescindere dalle tecnologie necessarie al decollo del nuovo modo di fare agricoltura, come dettato dalla Unione europea, in mano al contoterzismo agricolo professionale”.