Gli istituti superiori organizzano la didattica a distanza alternata. Amarezza dei presidi: “la scuola è un posto sicuro”

Scuola, in Lombardia per gli studenti delle superiori didattica a distanza fino al 24 gennaio

MANTOVA – I casi Covid aumentano e nell’ultima ordinanza il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana ha chiesto che le scuole superiori tornino ad organizzare la didattica a distanza, almeno alternata.
E le scuole mantovane si sono organizzate subito per rispondere a quanto richiesto dall’ordinanza nonostante i tanti sforzi fatti durante i mesi estivi per organizzare la didattica in presenza.
Quasi tutti gli istituti hanno deciso che metà delle classi starà a casa una settimana e lavorerà con la didattica a stanza mentre l’altra metà sarà in presenza.
La settimana successiva si alterneranno e così via. Ma ci sono anche scuole dove si è deciso invece diversamente come al Liceo Classico Virgilio dove continueranno ad andare a scuola gli studenti del primo e dell’ultimo anno.
In quella che è la scuola superiore con più studenti della provincia, ovvero il Fermi di Mantova dove si contano ben 82 classi per 1862 allievi, è stato deciso che tutte le 20 prime classi andranno a scuola. “Per quanto riguarda le altre 62 classi dalle seconde alle quinte – spiega la dirigente scolastica Marianna Pavesi – sono state divise in tre gruppi che si alterneranno su tre settimane fino al 7 novembre. In questo modo una parte delle classi farà una settimana a scuola e due a casa con didattica a distanza e un’altra parte due a scuola e una a casa. Così almeno 450 studenti farebbero lezione on line”.
Nel caso poi l’alternanza dovesse continuerà si ragionerà su come procedere, probabilmente si manterrà lo stesso meccanismo ma con le classi scambiate: quelle che avevano fatto una settimana a casa ne faranno due e viceversa.
Altro istituto superiore dai grandi numeri è il Manzoni di Suzzara con 48 classi. Qui la dirigente scolastica Paola Bruschi ha organizzato l’alternanza innanzitutto tenendo conto degli indirizzi della scuola. “Abbiamo pensato che i corsi che prevedono laboratori devono per forza avere gli studenti in presenza. Nel nostro caso l’Itec (ex Ragioneria) – spiega la dirigente – Poi abbiamo il Liceo Sportivo per il quale è la didattica a distanza è paradossale. Gli studenti di Itec e Liceo sportivo continueranno dunque a venire a scuola sempre. Le altre 34 classi sono state divise a metà tra quelle che faranno lezione in presenza e quelle a distanza. Dopo una settimana si alterneranno e così via. Tra queste ci sono però due classi molto numerose che a loro volta, quando saranno in presenza, dovranno essere divise perchè tutti gli studenti in un’aula non permetterebbero di garantire il distanziamento”.
La dirigente del Manzoni ci tiene a ribadire che questa è l’organizzazione prevista in base all’ordinanza di Fontana ma attende ovviamente di vedere cosa prevederà il prossimo dpcm.
Paola Bruschi e altri colleghi evidenziano però, con molta amarezza, come questa ordinanza vada a smantellare l’intero lavoro fatto durante l’estate per permettere il ritorno a scuola in presenza. Tutti i dirigenti scolastici rimarcano tra l’altro come le scuole siano i posti più sicuri perchè i ragazzi sono costretti a rispettare le regole e comunque pare le abbiano anche bene interiorizzate.
Sulla stessa linea è Massimo Pantiglioni, presidente dell’Aisam – Associazione Scuole Mantovane – oggi dirigente scolastico del C.P.I.A ma che la scorsa estate da dirigente dell’Istituto Strozzi ha anche lui lavorato molto per permettere le lezioni in presenza all’Agrario. “Ho sentito diversi colleghi – dichiara Pantiglioni – e mi hanno detto che i ragazzi vogliono stare a scuola. Addirittura questa mattina c’erano degli studenti che piangevano alla notizia che torneranno a fare lezione da casa come durante il lockdown. Non mi sembra assolutamente una scelta lungimirante anche perchè non inciderà sui contagi visto che i ragazzi a scuola sono al sicuro. E’ prima e dopo la scuola che non lo sono”.
Pantiglioni punta il dito contro i trasporti che non garantirebbero invece i parametri di sicurezza. Spiega che più volte i dirigenti scolastici hanno fatto presente la cosa “ma a quanto pare non si vuole affrontare davvero il problema. Serviva aumentare il numero delle corse degli autobus e il governo avrebbe dovuto provvedere a sostenere i costi invece che disperdere le risorse in nuovi banchi” commenta il dirigente che conclude anche evidenziando come la didattica a distanza finisca anche per svantaggiare “gli studenti più fragili sul piano sociale e culturale”.

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