Grana Padano, come cambieranno le abitudini dei consumatori? Il 4 ed il 5 giugno incontro tra esperti del settore

DESENZANO DEL GARDA – Come cambieranno i gusti e le abitudini dei consumatori dopo la pandemia? Ci sarà una transizione ecologica nel food and beverage? Si apriranno nuovi spazi per i prodotti a denominazione d’origine protetta, fortemente legati alla loro zona di produzione? Queste le domande che si pone la filiera agroalimentare italiana, che dopo Expo 2015 ha registrato una crescita importante sino alla pandemia e al lockdown. Su questi temi si confronteranno i più qualificati rappresentanti del settore il 4 e 5 giugno a Bormio, in provincia di Sondrio, alla European House Ambrosetti in occasione del Forum su “La Roadmap del futuro per il Food&Beverage: quali evoluzioni e quali sfide per i prossimi anni”.

Il 4 giugno si parlerà de “Il ruolo dei territori italiani per il rilancio della filiera agroalimentare e del Paese”; tra i relatori Stefano Berni, Direttore Generale del Consorzio Tutela Grana Padano. “Nonostante la pandemia, il Grana Padano si conferma il più importante player di latte italiano, consolidando anche la sua posizione di prodotto DOP più consumato al mondo – spiega Berni –. La produzione è arrivata a 5.255.000 forme con +2,2% rispetto al 2019 e sono state destinate 2.112.870 forme all’export, con una crescita del +3,4%. Questi numeri ci consentono di guardare al futuro con speranza e di impostare l’agenda del prossimo quadriennio 2021-2024 sulla base di tre parole d’ordine: sostenibilità ambientale, benessere animale e salubrità“.

Obiettivi che sono richiesti dai consumatori più attenti in tutto il mondo. Per soddisfarle sono fondamentali i controlli e le scelte produttive, ma anche la tutela e la garanzia delle materie prime, della loro provenienza e del rispetto delle regole produttive. “Grana Padano DOP deve il suo successo a questi punti di forza e quindi ad un legame profondo ed esclusivo con il territorio, peculiarità e valore aggiunto che condivide con altri prodotti – commenta il Direttore Generale del Consorzio Grana Padano –. Credo quindi che davanti ai prodotti a denominazione d’origine protetta si aprano grandi spazi di crescita attraverso la valorizzazione coordinata dei territori di cui sono espressione, insieme alla cultura, all’arte e alla creatività che racchiudono. A condizione però che alto e garantito sia il livello di qualità”.