“Importati” da Parma i focolai del viadanese. Intanto l’Ats parte con i controlli dei lavoratori in campagna

VIADANA – Sarebbe partito da un macello nella zona di Colorno, in provincia di Parma, alle prese con un grosso focolaio Covid tra i lavoratori il contagio che ha prodotto poi i focolai negli stabilimenti di lavorazione della carne nella zona del viadanese.
Ancora non è chiaro come si siano mosse a tal proposito le autorità sanitarie emiliane ma dall’Ats Val Padana si evidenzia come il focolaio parmense sarebbe scoppiato già nei giorni immediatamente precedenti a quelli mantovani i cui primi casi sono venuti alla luce una decina di giorni fa.
Come sarebbe avvenuta la trasmissione del contagio? Attraverso lavoratori che operano presso il macello parmense e che abitano a Viadana e a Casalmaggiore,
Sono stati infatti riscontrati ben 33 casi positivi di addetti allo stabilimento sito nel parmense, residenti nel casalasco e nel viadanese. Immediatamente è stata avviata anche per questi soggetti l’indagine epidemiologica finalizzata all’individuazione dei contatti stretti ed all’isolamento domiciliare.
Sono stati informati i rispettivi medici di medicina generale, ed allertati i medici competenti delle ditte coinvolte e le autorità sanitarie dell’Emilia Romagna, per le azioni conseguenti.
Quelli mantovani sarebbero quindi focolai “d’importazione”.
Rimane sempre la domanda del perchè i focolai si siano sviluppati tutti in impianti di lavorazione della carne.
L’Ats Val Padana continua a puntare il dito sulla socialità di molti lavoratori dei macelli, spesso stranieri che vivono in abitazioni sovraffollate, in condizioni igieniche non ottimali.
Viene però naturale il raffronto con i lavoratori impegnati nella raccolta nelle campagne. Anche in questo caso si tratta spesso di gruppi di lavoratori extracomunitari che dormono numerosi negli stessi ambienti, spesso in abitazioni disabitate o comunque fatiscenti.
Come mai non si registrano casi di positivi tra questi?
La stessa domanda se la sono posti i vertici dell’Ats che infatti dai prossimi giorni daranno il via a controlli rigorosi proprio nelle aziende agricole per vedere che tutte le misure di prevenzione anti-Covid vengano rispettate e che non vi siano lavoratori positivi.

 

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