MANTOVA – E’ stata inaugurata questa mattina la lapide che ricorda i caduti della Prima Guerra Mondiale restaurata dall’associazione Anmig con il contributo della Fondazione Comunità Mantovana. La lastra marmorea che si trova in corso Garibaldi 61, di fronte alla sede della Guardia di Finanza, avvolta dalla bandiera tricolore, è stata scoperta in una cerimonia semplice con gli interventi del vicesindaco Giovanni Buvoli, del presidente del consiglio comunale Massimo Allegretti, della presidente dell’Anmig di Mantova Caterina Moccia. Tra le autorità anche il prefetto Gerlando Iorio e il questore Giannina Roatta. Era presente pure Alberto Boscolo, pronipote di Angelo Parilla, uno dei più famosi caduti, “ragazzo del ’99”, sottotenente degli Arditi, morto il 29 ottobre 1918 a 19 anni, cinque giorni prima del cessate il fuoco. Gli venne concessa la medaglia d’oro al valor militare e Mantova gli ha intitolato un viale.
La lapide era stata collocata nell’ottobre del 1925. Dopo decenni di incuria e abbandono la testimonianza storica è stata rimessa a nuovo grazie al restyling realizzato da Giovanna Gola per conto della sezione mantovana dell’Anmig, l’Associazione nazionale mutilati ed invalidi di guerra.
Il monumento riporta i nomi di 53 militari affiancati dal grado, la data e la località del decesso durante il primo conflitto mondiale.
Scorrendo i nomi dei caduti, oltre a Parilla, si possono leggere i nomi di tante famiglie: Benedusi, Cugola, Carnevali, Galafassi, Lodigiani, Malacarne, Marmiroli, Nuvoletti, Pigozzi, Spaggiari, Spagna, Tirelli e tanti altri.
All’epoca la lapide fu finanziata con una colletta popolare raccolta nel quartiere. Nel 1928 fu organizzata una seconda campagna di fondi per collocare una lampada votiva, oggi inesistente. E’ scomparsa anche l’aquila sabauda che sovrastava il monumento. La lapide e le altre testimonianze collaterali sono state studiate dalla ricercatrice Tiziana Gozzi che ha elaborato una pubblicazione edita da Sometti. C’è un po’ di storia anche nella data dell’inaugurazione: il 29 giugno 1916 è stato il giorno dell’attacco austriaco con il fosgene al Monte San Michele. L’attacco chimico con il gas provocò la morte di duemila soldati italiani, mentre cinquemila rimasero intossicati.