L’1 maggio niente mercato a Suzzara. Protesta di Anva Confesercenti: “Imprese e famiglie al pari degli altri comparti produttivi”

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SUZZARA – Mercato si Mercato no? Anva Confesercenti vuole fare una riflessione sulla questione. Una considerazione che arriva anche alla luce del fatto che Anva, come spiegato, “non vuole demonizzare il Comune di Suzzara che ha deciso di non derogare al Regolamento (ad onore della cronaca richiesta sempre accolta in passato)” per far svolgere il mercato settimanale.
Una polemica scoppiata dopo che questo Primo Maggio, causa Covid, si è deciso di non far svolgere il mercato. “Tuttavia Anva Confesercenti propone a tutti gli attori della politica in primis e anche agli altri esperti una serie di riflessioni. Durante la zona rossa quando il mercato non si faceva (erano chiusi anche i negozi di abbigliamento e i pubblici esercizi) l’epidemia “viaggiava veloce” come mai nessuno lo dice. Allora proviamo noi a farci delle domande: Chi poteva lavorare liberamente? Chi poteva circolare in giro, nei parchi e in altri luoghi? ovviamente nel rispetto delle normative. Ora vorremmo spiegare a chi non li ha visti che i social, i giornali e altri media puntualmente riportano di file di persone prive del distanziamento, di assembramenti prive del metro di distanza, di persone che fanno grigliate prive di mascherina e allora la domanda viene spontanea: ma è davvero il mercato un potenziale problema di contagio?”, chiedono da Anva.

Una rabbia che cresce dopo che il premier Draghi ed il ministro Speranza hanno dichiarato che “dal 26 aprile non si torna indietro sulle aperture delle attività che si svolgono all’aperto”. Una frase che, sottolinea Anva, aveva fato dedurre un minor rischio di contagi all’aperto: “Non vogliamo demonizzare né vogliamo che qualcuno chiuda al posto nostro vogliamo solo il giusto rispetto perché il mercato è un insieme di imprese e famiglie al pari degli altri comparti produttivi. C’è malumore nel gruppo di operatori del mercato di Suzzara perché molte attività sabato 1 maggio terranno aperto, e come è successo numerose volte dall’inizio dell’anno gli ambulanti a casa per precauzione contagi”. Una situazione alla luce della quale “gli operatori chiedono solo di poter lavorare naturalmente con la massima attenzione alle disposizioni di sicurezza vigenti e chiedono i controlli da parte degli organi competenti, a tutela dell’utenza e degli operatori del settore”.