Lavoro secondo l’Istat: cresciuta l’occupazione femminile anche se il tasso di inattività è ancora elevato

MANTOVA – Secondo i dati Istat rielaborati dalla direzione studi e ricerche di Anpal Servizi, l’ultimo trimestre del 2020 ha registrato 6.057 lavoratrici occupate in più nella nostra provincia, colmando in parte la diminuzione di circa 11.000 posti di lavoro femminile nei due trimestri centrali della pandemia.
“Probabilmente le aperture a dicembre di negozi e servizi, se pure altalenanti, hanno privilegiato contratti di lavoro a tempo determinato per le donne, dal momento che per gli uomini si evidenzia una variazione con segno negativo di 6.533 posti – spiega Donata Negrini della segreteria Cgil di Mantova -. Permane anche nell’ultima parte del 2020 un indice particolarmente preoccupante per il gender gap (-18,7): a Mantova il tasso di occupazione maschile si assesta al 74,4%, mentre il tasso di occupazione femminile è al 55,7%, ben 4 punti al di sotto della media lombarda. Fa riflettere anche il tasso di inattività delle donne dai 15 ai 64 anni (42,3%), di circa venti punti superiore a quello maschile (23,2%): questo dato ci indica che più di un terzo delle donne mantovane ha rinunciato a cercare un lavoro e si è probabilmente rassegnato a dedicarsi esclusivamente alla casa e alla famiglia”.
“La nostra provincia ha acquisito inoltre, sempre nel 2020, un triste primato: la quota di donne disoccupate di lunga durata è la maggiore fra tutte le province lombarde, registrando un allarmante 65,2% , oltre 20 punti in più della media regionale – aggiunge il segretario generale della Cgil di Mantova, Daniele Soffiati -. Un altro dato che non accenna a diminuire è quello relativo al part-time: le donne con un un orario parziale sono il 38,3% delle occupate, a fronte del 4,97 degli uomini. Se incrociato con quello precedente delle inattive, possiamo delineare nella nostra provincia un quadro generale di relativa povertà e dipendenza delle donne dalle loro famiglie, che probabilmente avrà conseguenze significative anche sul loro futuro e sulle loro pensioni”.