Le precipitazioni non bastano: il livello del Lago di Garda resta su valori preoccupanti

MANTOVA – Il livello del Lago di Garda resta su valori preoccupanti: nonostante le precipitazioni dei giorni scorsi si registrano, infatti, appena 52,4 centimetri di altezza idrometrica. Valori più elevati rispetto alla settimana scorsa, quando la misurazione era a 46,8 centimetri. Il punto più basso dal 1953 è stato toccato pochi giorni fa, a 45,8 centimetri sopra lo zero idrometrico, vale a dire la quota sul livello medio del mare stabilita come riferimento convenzionale per il bacino del Garda, rispetto a una media di 109 centimetri negli ultimi 70 anni.

Questo pomeriggio avremo un incontro sotto la cabina di regia della Regione Lombardia e discuteremo le prossime azioni insieme ai rappresentanti del Veneto, Trentino, Comunità del Garda – spiega Massimo Lorenzi, presidente del Consorzio Mincio -. Le piogge dei giorni scorsi ci permetteranno di mantenere il minimo deflusso vitale e di non aprire la diga a Salionze almeno fino al 1° maggio, poi vedremo in base alle temperature e alle necessità dei territori”. Il Consorzio Mincio sta operando in condizione di emergenza e mantiene costantemente monitorati i livelli del lago, così da preservare il patrimonio idrico alle imprese agricole nei momenti di maggiore fabbisogno.

Ieri mattina, intanto, a Milano sono stati diffusi i dati contenuti nel “Report sulla stagione irrigua in Lombardia – 2022”. Il documento è stato presentato da Anbi Lombardia, l’Associazione che rappresenta i 12 concorsi di bonifica e irrigazione della regione.

La stagione 2022 si è dimostrata tra le più critiche di sempre. Nel mese di luglio, secondo il Report di Anbi Lombardia, “sono stati ampiamente superati i 200 mm di fabbisogno irriguo netto, rispetto a una media di 140, a fronte un valore di 41 mm di precipitazione media complessivo nell’areale di pianura. Il deficit pluviometrico negativo segnato ha oscillato tra i 30 e i 60 mm. Con riserve idriche ridotte del 60%, l’irrigazione è riuscita solo in parte a colmare questa differenza. I 4,6 miliardi di metri cubi d’acqua prelevati – il dato riferito alle sole acque superficiali mostra una riduzione di quasi la metà rispetto ai volumi mediamente utilizzati – non sono bastati a fronteggiare interamente le necessità irrigue, influendo anche sull’equilibrio ambientale complessivo a partire dalla riduzione della falda2, riporta il documento presentato ieri a Milano alla presenza del presidente Anbi Francesco Vincenzi e degli assessori Beduschi (Agricoltura) e Sertori (Enti locali, Montagna, Risorse energetiche) e rilanciato da Lombardia Notizie.