Lombardia, approvata riforma della legge sulla sanità. Cappellari (Lega): “Il cittadino al centro di tutto”

MILANO – “Il voto di oggi, in Aula, rappresenta un grande successo per tutti i cittadini lombardi, che avranno d’ora in avanti un servizio sanitario ancora più efficiente. La legge di potenziamento della Sanità regionale frutto di un lungo lavoro di ascolto del territorio e degli stakeholder, tra cui le associazioni di pazienti, presenta una serie di novità fondamentali per garantire un’offerta sanitaria sempre più all’altezza delle esigenze ed efficace nell’affrontare le emergenze. A partire dall’istituzione del piano pandemico regionale e dalla creazione del Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive”.

Così Alessandra Cappellari, Consigliere regionale della Lega, sull’approvazione della legge di potenziamento della Sanità lombarda, “Modifiche Al Titolo I e al Titolo VII della legge regionale 30 dicembre 2009, n.33 (Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità)”, passata oggi in Consiglio regionale.
L’impianto della legge – spiega Cappellari – si fonda sul principio One Health, finalizzato ad assicurare globalmente la protezione e la promozione della salute, tenendo conto della stretta relazione tra la salute umana, la salute degli animali e l’ambiente e la valorizzazione dell’attività sportiva e motoria quale parte integrante dei percorsi di prevenzione, cura e riabilitazione e quale elemento fondamentale di un corretto stile di vita. Il benessere e la salute del cittadino, quindi, al centro di tutto.
Importantissimo, il coinvolgimento dei sindaci e delle autonomie locali nelle politiche sanitarie, delle associazioni di volontariato nella definizione dei piani terapeutici e nell’integrazione dei medici di medicina generale e di tutti gli operatori sanitari nel sistema sanitario lombardo, per una sanità sempre più condivisa ed efficiente” sottolinea il Consigliere leghista.
Parlando di risorse economiche, la Lombardia è la prima regione italiana a recepire le disposizioni del PNRR e ad attuarle attraverso la revisione della propria legislazione e all’allocazione di risorse dedicate. I fondi in arrivo dall’Europa sono quantificabili in 1,2 miliardi di euro: a questi si aggiungeranno diverse centinaia di milioni di euro messi a disposizione da Regione Lombardia. Buona parte del totale sarà impiegato per il potenziamento della rete territoriale (567 milioni), per la realizzazione del Centro per la prevenzione delle malattie infettive (85 milioni), per il potenziamento rete di offerta (1,3 miliardi) ma anche per il potenziamento dell’assistenza domiciliare integrata (451 milioni di euro) e della telemedicina (166 milioni di euro)” ribadisce Cappellari.
LA LEGGE IN PILLOLE
RETI DI PROSSIMITÀ
“La novità principale: il potenziamento delle reti di prossimità. L’individuazione e la conseguente realizzazione degli Ospedali di Comunità e delle Case della Comunità consentirà di potenziare l’offerta sanitaria territoriale, la continuità assistenziale ospedale-territorio e di permettere ai cittadini di fruire dei servizi con una maggiore prossimità – precisa il Consigliere della Lega al Pirellone – da sottolineare anche l’istituzione degli Ambulatori Sociosanitari Territoriali che saranno la casa dei medici di famiglia riunioni in rete e/o cooperativa che potranno effettuare prestazioni e esami diagnostici a bassa intensità. In questo modo mitighiamo l’affollamento delle agende degli ospedali e miglioriamo l’appropriatezza clinica”.
PANDEMIA E MALATTIE INFETTIVE
“Viene inoltre istituito il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive a supporto della gestione delle emergenze epidemiche e pandemiche – nella logica del principio One Health – come ente controllato dall’amministrazione regionale. Quindi, è istituito il Piano pandemico regionale che, in ossequio a quello nazionale, declina l’azione operativa a livello locale”.
PREVENZIONE E SALUTE MENTALE
“L’esperienza pandemica ha evidenziato quanto sia fondamentale potenziare la prevenzione e il comparto della salute mentale. Vengono, pertanto, potenziati i Dipartimenti di prevenzione e di salute mentale, costituiti quali articolazioni delle ASST. I dipartimenti di prevenzione sanitaria hanno funzioni di governo ed erogazione delle prestazioni per la tutela della salute della popolazione, mentre i dipartimenti di salute mentale gestiscono la domanda connessa alla cura, all’assistenza e alla tutela della salute mentale nell’ambito del territorio di riferimento” prosegue il Consigliere Cappellari.
DISTRETTI
“A livello organizzativo, per rafforzare il collegamento fra rete d’offerta e territorio, vengono istituiti i distretti (uno ogni 100.000 abitanti, uno ogni 20.000 abitanti nelle aree montane e nelle aree a scarsa densità abitativa), anch’essi costituiti quali articolazioni delle ASST, con funzioni di governo ed erogazione delle prestazioni distrettuali, prevedendo un adeguato coinvolgimento dei sindaci e degli enti locali. Quale figura direttiva del distretto può essere nominato anche un medico di medicina generale con almeno 10 anni di esperienza al fine di favorire una reale cooperazione e integrazione della medicina di famiglia con l’offerta erogativa delle aziende sanitarie. Il distretto è, inoltre, il luogo di confronto con i sindaci e gli amministratori locali che sono coinvolti nelle scelte programmatiche in ambito sanitario, sociosanitario e sociale attraverso l’espressione di un parere obbligatorio”.
CURE PRIMARIE
“La legge approvata assegna alle Asst l’attuazione degli atti di indirizzo, di pianificazione e di programmazione regionali con le connesse attività di programmazione ed organizzazione dei servizi a livello locale, sulla base della popolazione di riferimento, mentre attribuisce alla Regione la funzione di accreditamento istituzionale delle strutture pubbliche, private e dei professionisti che ne facciano richiesta. I controlli sono effettuati dalla Regione, tramite l’Agenzia di controllo (ACSS), in seguito alle assegnazioni delle funzioni di vigilanza e controllo degli erogatori privati accreditati di valenza regionale o extraregionale con cui la Regione ha stipulato gli accordi contrattuali”.
VOLONTARIATO E TERZO SETTORE
“Ampia rilevanza è stata data anche ai pazienti, alle loro organizzazioni, al volontariato e al terzo settore con lo scopo di collaborare con il personale sanitario, nell’ottica dell’umanizzazione dei servizi sanitari e sociosanitari e in un’ottica sussidiaria, favorendo momenti di aggregazione ed ascolto delle realtà associative. Le associazioni collaboreranno con la Regione nella definizione del Piani Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA)”.

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