MANTOVA – I finanzieri delle Fiamme Gialle, che stanno operando nell’ambito dell’indagine “Follow the money” e “Black Blend” condotte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catania della Guardia di finanza, sono arrivati fino al basso mantovano.. Operazioni che hanno inflitto un duro un colpo nei confronti di due imprenditori ritenuti vicini al clan Scalisi di Adrano, in provincia di Catania. Nella provincia mantovana sono stati sequestrati 6 immobili e 1 quota sociale.
Le operazioni sono in corso anche nelle province di Milano, Monza, Roma e Verona.
Nell’ambito dell’indagine “Follow the Money”, come spiegato nella nota, i citati imprenditori sono stati rinviati a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa poiché avrebbero sistematicamente favorito il clan
Scalisi fornendo, tramite l’alimentazione della cassa e il mantenimento del gruppo e dei suoi sodali, un contributo stabile e protratto nel tempo alla realizzazione delle finalità dell’organizzazione mafiosa, al consolidamento del potere economico e all’occultamento e all’incremento del patrimonio del sodalizio.
In cambio, avrebbero ricevuto protezione e agevolazione nell’espansione delle proprie attività imprenditoriali. I soggetti, inizialmente operanti nel settore della logistica e dei trasporti ad Adrano, avrebbero progressivamente esteso le loro illecite attività imprenditoriali in altre aree del territorio nazionale, diversificandole verso il settore della commercializzazione dei prodotti petroliferi. La diversificazione dell’attività sarebbe confermata dalle risultanze dell’operazione “Black Blend”.
Le investigazioni delle Fiamme Gialle etnee, si legge ancora nella nota, avrebbero disvelato l’operatività di un gruppo criminale, di cui i due soggetti in parola sarebbero stati i promotori e organizzatori, dedito all’illecita introduzione nel territorio dello Stato di ingenti quantitativi di prodotti energetici e alla successiva cessione dei carburanti in favore di imprese di autotrasporto e distributori stradali operanti nel territorio siciliano.
La competitività dei prezzi praticati sarebbe stata assicurata grazie alla sistematica evasione, per decine di milioni di euro, delle imposte dovute sui prodotti energetici.
I beni sequestrati
I beni sequestrati dalla Guardia di finanza, dal valore complessivo di circa 98 milioni di euro, fanno riferimento, nello specifico, a:
- quote sociali e relativi compendi aziendali di 28 attività commerciali (di cui 23 società con sede in Italia, 1
società di diritto estero e 4 ditte individuali), operanti nel settore della logistica e dei trasporti, della commercializzazione dei prodotti petroliferi e immobiliare;
• 70 beni immobili (di cui 36 fabbricati e 34 terreni);
• denaro contante per 1,7 mln di euro nonché gioielli e preziosi (9 rolex e 16 tra monili, anelli e bracciali) per un
valore di oltre 250.000 euro, rinvenuti nella disponibilità dei medesimi;
• rapporti bancari e finanziari, personali e societari, con disponibilità poste a disposizione dell’amministratore
giudiziario complessivamente pari a 16 milioni di euro.