Morti per covid, quattro pm per le indagini nelle Rsa mantovane. Negli ultimi giorni sequestri in nove strutture

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MANTOVA – Sono nove le Rsa della provincia di Mantova dove nei giorni scorsi i Nas di Cremona, i carabinieri del Comando Provinciale e il personale della Guardia di Finanza di Mantova hanno eseguito accertamenti con relative perquisizioni nell’ambito delle indagini relative alla gestione dell’emergenza Covid.
Si tratta di Case di riposo situate a Castiglione delle Stiviere, Schivenoglia, Canneto Sull’Oglio, Guidizzolo, Borgo Virgilio, San Benedetto Po, Serravalle e a Mantova al Mazzali e al Green Park.
Coordinati dalla Procura della Repubblica di Mantova, i militari hanno sequestrato  documentazione sanitaria. amministrativa e contabile sulle strutture stesse e sugli ospiti deceduti nell’arco temporale dal 1 febbraio al 28 maggio. In particolare sono stati sequestrati computer, cartelle cliniche, mail e i Fasas, i fascicoli socio assistenziali e sanitari degli ospiti da cui potrebbero emergere informazioni utili per gli accertamenti.  Sequestrata anche la documentazione sui tamponi e le disposizioni interne sull’uso delle mascherine e degli altri dispositivi di protezione.  E poi bisognerà far luce sul ruolo delle Autorità sanitarie nella predisposizione di linee guida e piani pandemici.
Quattro i pm che sarebbero titolari dei fascicoli relativi alle indagini nelle Rsa mantovane sulla gestione dell’emergenza Covid-19,: il Procuratore capo Manuela Fasolato e i sostituti Silvia Bertuzzi, Donatella Pianezzi e Carmela Sabatelli.
Le indagini sono partite a seguito di denunce ed esposti soprattutto da parte di parenti i cui congiunti sono morti nelle Rsa dopo essere stati contagiati da Covid. Parenti che in molti casi non riuscivano nemmeno ad avere notizie sulle condizioni di salute dei propri cari o riuscivano ad averle a fatica, spesso parziali o contraddittorie.
Sembrerebbe che in alcune situazioni sia emersa effettivamente una situazione di inerzia, con strutture per anziani che non sono riuscite a far fronte al dilagare dell’epidemia tra i propri ospiti. In diverse Rsa si sarebbero registrate anche pesanti carenze di organico, con medici, infermieri e operatori sanitari assenti mentre dilagava l’epidemia. Assenze che avrebbero toccato in alcune situazioni i due terzi dell’organico e che avrebbero dunque reso difficilissimo garantire l’assistenza necessaria, in un momento oltretutto di estrema emergenza.
Ma le denunce spaziano su vari fronti comprese omissioni nelle cure. Tra i  capi d’accusa  omicidio colposo, epidemia colposa e omissione di atti d’ufficio.