‘Ndrangheta, indagato anche l’ex sindaco Tosi. Nel mantovano arrestato un affiliato alla cosca e indagato un prestanome

'Ndrangheta, indagato anche l'ex sindaco Tosi. Nel mantovano arrestato un affiliato alla cosca e indagato un prestanome

MANTOVA – L’ex sindaco di Verona, Flavio Tosi, è tra gli indagati nell’inchiesta della Dda di Venezia che ha portato oggi a 26 misure cautelari, tra le quali 23 arresti, a carico di un’associazione criminale che agiva nel capoluogo scaligero ma che aveva delle ramificazioni anche nel mantovano, riconducibile alla cosca dell’ndrangheta degli Arena-NicosCia. Nei confronti dell’ex sindaco l’accusa è concorso in peculato in relazione alla distrazione da parte dell’ex presidente della municipalizzata dei rifiuti Amia, Andrea Miglioranzi (ai domiciliari), di una somma “‘non inferiore a 5.000 euro” per pagare la fattura di un’agenzia di investigazioni privata, su prestazioni in realtà mai eseguite in favore di Amia, ma nell’interesse di Tosi.
L’ex sindaco ha diffuso una nota in cui dichiara: «Non ne so nulla, ne uscirò totalmente estraneo, come in tutte le altre occasioni. Da sindaco sono sempre stato rigorosissimo nel mio mandato, tanto da non avere utilizzato per molti anni autisti e veicoli a carico del Comune pur avendone diritto, facendo risparmiare alle casse pubbliche decine di migliaia di euro, pagando di tasca mia anche quando non ne sarei stato tenuto, quindi la presente indagine nei miei riguardi (che mi risulta rivolta a tutt’altri aspetti e che anche stavolta apprendo dai mass media) mi fa francamente sorridere….”
L’attività del gruppo mafioso – è stato detto da inquirenti e investigatori – ha portato al sequestro di 15 milioni di euro frutto di un’attività volta al riciclaggio ed allo spaccio di stupefacenti,
con società fittizie che evadevano il fisco e creavano provviste di denaro. I metodi utilizzati erano molto violenti, tipici della mafia più tradizionale.  «’Io ho anche il tirapugni…’ ‘Con ll tirapugni lo ammazzi, …io ho paura che lo ammazzi.. Pensaci, non è che gli devo dire ‘scusa viene un attimo?’. Si gira e bam». Sono stralci di alcune delle conversazioni intercettate tra gli indagati che compaiono nelle carte dell’inchiesta per associazione mafiosa a Verona. Due di loro – uno è Nicola Toffanin, ritenuto il braccio destro del boss Giardino -, parla anche dell’uso del taser: «Quello  per rompere i legamenti è micidiale».

LE RAMIFICAZIONI NEL MANTOVANO 

L’operazione è arrivata anche nel mantovano dove l’associazione criminale aveva delle basi. La scorsa notte infatti, grazie alla collaborazione della Squadra mobile della Questura di Mantova,  è stata eseguita nel Comune di San Giorgio Bigarello,  una perquisizione personale e domiciliare nei confronti di A.C, classe 1955, finalizzata alla ricerca di materiale e documentazione comprovante il riciclaggio di denaro e la commissione di altre gravi irregolarità contabili a favore della cosca Arena-Nicoscia, di Isola di Capo di Rizzuto, procedendo quindi al sequestro nei suoi confronti della totalità delle quote di una società, la Team-Ital srls, utilizzata come “cartiera”, ovvero creata appositamente dalla malavita organizzata al solo scopo di utilizzarla per l’emissione di fatture false. L’uomo fungeva da prestanome ed è infatti indagato per concorso esterno in attività fittizia di beni avvalendosi del metodo mafioso.
Inoltre, a Cavriana sono stati posti sotto sequestro preventivo 5 immobili di pregio, sempre provento di varie e complesse attività illecite, appartenenti ad un’altra società commerciale, la Domus Reis srl, le cui quote, seppure fittiziamente intestate, sono riferibili ad un altro sodale della cosca, il 36 enne Stefano Vinerbini che è stato arrestato. Moltissimi i capi d’accusa nei suoi confronti tra cui associazione a delinquere di stampo mafioso, riciclaggio, truffa, estorsione, traffico internazionale di stupefacenti e spaccio.

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