Nel 2021 forte aumento delle ore di cassa integrazione rispetto al 2019 (+702%) e 2020 (+736%)

MANTOVA – Oltre 700 ore in più di cassa integrazione rispetto al 2019 e 2020. I dati pubblicati dall’Inps evidenziano come il ricorso agli ammortizzatori sociali sia cresciuto enormemente.

Nel gennaio del 2019 e nel 2020 si è fatto ricorso agli ammortizzatori sociali rispettivamente per un totale di 115.859 e 111.196 nello stesso periodo del 2021 le ore utilizzare sono state ben 929.740, che in termini percentuali sono pari al 702% sul 2019 e 736% sul 2020 ossia 8,0 sul 2019 e 8,4 sul 2020 volte in più.

Le casse integrazioni utilizzate sono state: la cassa in deroga, la cassa ordinaria e quella straordinaria. In particolare:

La cassa ordinaria è passata dai 115.859 del 2019 e 110.732 del 2020 ai 685.478 dello stesso periodo del 2021;
La cassa straordinaria è passata dai 464 del 2020 ai 15.680 del 2021;
La cassa in deroga è stata pari a 228.582 ore quando nel 2020 è stata zero ore.

La forte crescita delle cassa ordinaria e in deroga è dovuto proprio agli effetti del lockdown e della conseguente blocco delle attività.

I settori

L’industria ha realizzato nel mese di gennaio 2021 653.157 ore di cassa integrazione rispetto alle 110.866 dello stesso periodo del 2019 e alle 100.004 del 2020. L’aumento percentuale è del 553% pari a 6,5 volte in più del gennaio 2020.

Il Commercio: nel gennaio del 2021 il ricorso agli ammortizzatori sociali è stato solo attraverso la casa in deroga e straordinaria: cassa in deroga è stata utilizzata pari a 223.705 di ore e zero rispetto al 2020 dello stesso periodo. E’ il peggior dato mai registrato anche raffrontato al 2014 della Grande Crisi che segno 152.437 ore di cassa in deroga. Le ore di cassa straordinaria sono state 15.680 nel 2021 rispetto alle 464 ore del 2020.

Il Settore delle costruzioni: complessivamente le ore di cassa sono state 36.493 ore rispetto a quelle del 2019 che furono 4.993 e quelle del 2020 che sono stata 10.728 ore, con un’impennata pari al 631% e 7,3 volte sul 2019 così come una crescita del 240% pari a 3,4 volte.

Da qui la richiesta della Cisl Asse del Po affinchè la crisi non pesi sul fronte dei licenziamenti:

1)Patto per il lavoro con l’obiettivo di rafforzare il sistema delle politiche attive che supporteranno la gestione delle situazioni di crisi per rafforzare la capacità di presa in carico dei soggetti più fragili nel mercato del lavoro e definire una pianificazione ad ampio raggio sulle proposte formative del territorio, in un sistema di rete che sappiano orientare e formare i giovani alle nuove competenze occupazionali.
2)Dal Recovery Plan concretizzare e accelerare la realizzazione del collegamento ferroviario e dell’autostradale Mi-Cr-Mn.
3)Promuovere la nascita di un’Agenzia di Sviluppo e Promozione Territoriale delle attività economiche e produttive per rilanciare aree produttive, coordinare attività di sostegno alle imprese, promuovere le trasformazioni tecnologiche e di sviluppo di nuove attività.
“La nostra Provincia è sempre più debole dalla crisi economica e senza una prospettiva di politiche pubbliche di ripresa del lavoro e degli investimenti la direzione sarà di una progressiva e ulteriore marginalizzazione unita all’ impoverimento sociale e generazionale” ha commentato Dino Perboni, Segretario Generale Cisl Asse del Po