MANTOVA – Il 2024 è stato per Mantova un anno di grande slancio e trasformazione, con nuove opportunità occupazionali e l’approvazione di progetti infrastrutturali cruciali, oltre al superamento del traguardo dei 50 mila abitanti.
Così il sindaco Mattia Palazzi parla dell’anno che va concludendosi del quale ripercorre le tappe salienti, ricordando anche l’avvio di politiche innovative per i giovani divenute pilastri di una visione proiettata al futuro, mentre Mantova consolida il suo ruolo di città dinamica, solidale e aperta al cambiamento. Ora lo sguardo è rivolto al 2025 con molti progetti che arriveranno a conclusione ma anche nuove sfide, compresa quella di un grande progetto culturale di valenza internazionale.
Signor sindaco quali sono le parole chiave con cui definirebbe per Mantova il 2024 ormai al termine?
Lo definirei un anno strategico: ha aperto Adidas che ad oggi ha già assunto 600 persone, abbiamo approvato i progetti definitivi per i due grandi sottopassi, Porta Cerese e Gambarara che partiranno tra pochi mesi, abbiamo superato i 50 mila abitanti e non succedeva dal 1994, ha aperto Palazzo del Podestà, il primo lotto, con il Museo Virgilio, e abbiamo intrapreso una nuova politica di sostegno agli affitti per i giovani e le giovani coppie. Opere e politiche che puntano al futuro della nostra comunità.
Ci sono tanti cantieri importanti aperti, di quali vedremo la conclusione nel 2025?Innanzitutto la nuova scuola primaria di Borgochiesanuova, tanti altri interventi sulle scuole, le strutture sportive nuove, nel campo scuola e nelle aree San Pio X-San Lazzaro al Migliaretto, la nuova illuminazione del centro storico e diversi altri interventi.
Tra i progetti principali, non solo sul fronte lavori pubblici, cosa le preme che venga avviato il prossimo anno?
Da anni lavoro a un grande progetto internazionale, difficile e ambizioso, dedicato all’arte contemporanea. Sarebbe bellissimo riuscirci e portare nella città del Rinascimento una grande collezione di arte contemporanea. Vediamo, a breve capiremo se ci riusciamo.
Come sta bilanciando le esigenze prioritarie della città con le risorse disponibili su cui gravano anche i tagli del governo ?
Facendo delle scelte, anche difficili, ma che salvaguardino la priorità che ci siamo dati, come siamo riusciti a fare per il bilancio 2025. Nessun aumento di tasse o rette per i mantovani. Dopodiché mi lasci dire che mi aspettavo quantomeno, visti i tagli ai Comuni, che il Governo facesse una finanziaria coraggiosa sulle scelte di investimento e invece non è né carne né pesce e, per come tutto cambia attorno a noi, un Paese lento e fermo non cresce.
Il 2025, a meno di modifiche della legge elettorale, sarà il suo ultimo anno pieno di mandato. Come descriverebbe il rapporto che ha costruito con i cittadini durante questi anni?
Un rapporto vero, onesto. I mantovani hanno sempre potuto e possono criticarmi o congratularsi personalmente, perché non ho mai smesso di vivere la città, di confrontarmi e anche di decidere. Molte idee sono nate così, dal contributo dei cittadini. Altre idee per noi erano scelte da fare e anche quando abbiamo incontrato resistenze non ci siamo sottratti al confronto, dicendo sempre la verità: la politica ha il dovere di decidere, se vuole essere credibile. Per me è un onore potermi impegnare da quasi dieci anni per rendere migliore la nostra città, ma non sarei mai riuscito a superare tante difficoltà se non avessi sentito forte la fiducia dei mantovani.
C’è un episodio che ritiene emblematico?
L’inaugurazione del Parco Te, senza alcun dubbio. Non era un evento spettacolare, era tutto molto sobrio. C’era la Banda Città di Mantova e un nuovo grande parco europeo da vivere. Quando ho visto poco prima dell’inaugurazione persone che arrivavano da ogni ingresso del Parco, sino ad arrivare a 4 mila presenze, ho sentito forte in me la bellezza dell’impegno politico pubblico quando riesce ad allearsi davvero con la propria comunità. La gente era contenta e da allora si è appropriata di un nuovo spazio vivo della città, che per molti mantovani è diventato un luogo del proprio quotidiano.
Che messaggio si sente di rivolgere loro per questa fine e inizio anno?
Di essere sempre parte attiva di una comunità solidale, che non si dimentica di chi sta peggio e che ha voglia di futuro. E di aiutarmi a fare bene quest’ultimo anno e qualche mese di mandato. Per conto mio posso garantire che ci metterò il massimo impegno fino all’ultimo giorno di mandato. C’è ancora oltre un anno e le cose da fare non mancano.