Parte da Valeggio il maxi implacato da 100 metri per il ponte Morandi

VALEGGIO SUL MINCIO – Attimi di commozione per gli abitanti della Val Polcevera che in questi giorni hanno visto sollevata la prima delle tre campate più lunghe del nuovo viadotto di Genova. La ricostruzione del ponte Morandi che sta prendendo forma passa anche dall’incessante lavoro degli ottanta operai (numero che sale a 200 se si considera anche l’indotto) della Fincantieri Infrastructure del gruppo Fincantieri e Salini Impregilo – ex Cordioli – di Valeggio sul Mincio. Nello stabilimento a due passi dal Mantovano, inaugurato nel marzo del 2019, veniva segnata la rinascita di un’azienda dal grande passato che Fincantieri aveva rilevato dalla procedura di amministrazione straordinaria. Giovedì è stato posizionato l’imponente impalcato-campata da oltre 1800 tonnellate, posato a 40 metri di altezza, che si aggiunge alle altre otto (l’operazione di “varo” è stata eseguita dagli operai e tecnici di PerGenova ed effettuata grazie all’uso di potenti martinetti idraulici chiamati strand jack). Al momento sono stati montati 500 dei 1.067 del nuovo ponte. «Fin dal principio abbiamo raccolto questa sfida animati da spirito di servizio e dalla voglia di partecipare alla rinascita di un territorio a beneficio del Paese», ha dichiarato Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri. «Quello che sta prendendo corpo è il risultato del lavoro di tutti: maestranze, ingegneri, tecnici e operai». Per l’intera infrastruttura occorreranno 9mila tonnellate d’acciaio per armatura e 15mila tonnellate per le carpenterie. Stando alle recenti dichiarazioni del sindaco e commissario per la ricostruzione Marco Bucci il ponte, invece, dovrebbe essere percorribile entro la primavera, «che finisce il 21 giugno». Il primo cittadino ha quindi voluto intendere che il ritardo rispetto alle iniziali aspettative sarà di circa sei mesi, ma entro l’estate il cantiere dovrebbe essere concluso e si lavorerà al “Parco del Ponte” per riqualificare l’area del mega cantiere sottostante al viadotto.

Matteo Vincenzi