Riforma Pac, eliminato l’obbligo di raccolta nella rotazione sul mais

MANTOVA – “La decisione del ministero dell’Agricoltura di eliminare l’obbligo di raccolta e di autorizzare il sovescio nella rotazione anche sul mais è una vittoria rilevante di Coldiretti, a vantaggio dell’agricoltura italiana e, allo stesso tempo in modo particolare, in favore degli allevamenti zootecnici, che con la riforma della Pac avrebbero avuto difficoltà qualora fosse stato mantenuto l’obbligo di raccolto dopo 90 giorni della coltura secondaria per evitare la monosuccessione”. E’ il commento del presidente di Coldiretti Mantova Fabio Mantovani, sul grande risultato ottenuto a livello nazionale dal sindacato guidato da Ettore Prandini su un tema particolarmente caro a chi, per esigenze di allevamento e di razione alimentare degli animali da reddito, è chiamato a seminare mais sui propri terreni.

Alla luce del ruolo della zootecnia in provincia, Coldiretti Mantova si è spesa con particolare impegno con i propri vertici nazionali per far approvare la nota ministeriale, fornendo anche una relazione tecnica specifica, redatta dai tecnici della Federazione provinciale a supporto della validità delle cover crops, procedimento agronomico che risponde alla necessità di coltivare mais per i propri allevamenti zootecnici, andando ad interrompere la monosuccessione prevista dalla Bcaa7.
Con l’introduzione della coltivazione secondaria e la possibilità di interramento – spiega Coldiretti Mantova – è possibile limitare l’uso del concime chimico, andando a soddisfare le esigenze di sostenibilità auspicate su più fronti”. Non solo. Il ricorso alle cover crops permette di “immobilizzare l’azoto in modo che rimanga disponibile nel suolo dopo la raccolta della coltura principale per la successiva coltura; può favorire la mitigazione dei cambiamenti climatici attraverso il sequestro del carbonio nel suolo; permette la protezione dei terreni agricoli – che altrimenti sarebbero a nudo – contro l’erosione e le perdite di nutrienti; può impattare positivamente sulla riduzione del numero di infestanti presenti nel terreno, con la conseguente riduzione dell’utilizzo di prodotti fitosanitari”.

L’iter
Nei giorni scorsi, dopo mesi di pressing di Palazzo Rospigliosi, in una nota inviata dal ministero dell’Agricoltura alle Regioni e ad Agea, organismo pagatore dei fondi della Politica agricola comune, è arrivata la posizione definitiva sulla corretta gestione delle colture secondarie per il rispetto della rotazione prevista nella Pac sulla Bcaa7.
Il Masaf, riferisce Coldiretti Mantova, “finalmente introduce la possibilità di destinare le colture secondarie all’incremento della sostanza organica dei suoli, che di fatto autorizza l’interramento/sovescio superando l’obbligo di raccolta”. La nota servirà ad Agea per modificare la circolare di condizionalità e renderla applicabile già da subito.

A Mantova 24mila ettari di mais. Un sospiro di sollievo appunto per una coltura come il mais (estesa su circa 24mila ettari in provincia di Mantova, con raccolti che superano i 3 milioni di quintali), che costituisce uno degli alimenti di base per bovini da latte, da carne, suini e avicoli, che contribuiscono con i loro numeri e le produzioni a collocare la provincia di Mantova ai primi posti a livello nazionale per plv di origine zootecnica e fra i principali serbatoi delle grandi Dop del Made in Italy, dal Grana Padano al Parmigiano Reggiano, dal Prosciutto di Parma a quello di San Daniele.

“La posizione del Masaf – prosegue il presidente Mantovani – si muove peraltro in linea con il corretto uso agronomico dell’interramento di una coltura intercalare per mantenere le caratteristiche organolettiche del terreno. Allo stesso tempo, gli agricoltori beneficerebbero di una gestione in campo più razionale, anche con riferimento delle incognite legate ai cambiamenti climatici, un limite che per le aziende è completamente imponderabile”.

È da quest’anno, dopo la deroga per il 2023 accordata dalla Commissione europea per la crisi in Ucraina e le difficoltà di approvvigionamento dei cereali, che si applica la regola di rotazione Bcaa 7 e che sarà verificata solo nel 2025 con il controllo della coltura praticata nell’anno 2025 rispetto al 2024.

Per il rispetto della Bcaa 7 è necessario che la coltura secondaria in rotazione sia caratterizzata da un ciclo produttivo di durata adeguata, che in ogni caso assicuri la permanenza in campo della coltura secondaria per almeno 90 giorni.

Chi è escluso dall’osservanza della Bcaa 7
Sono escluse, ricorda Coldiretti, le superfici investite a colture sommerse; le aziende i cui seminativi sono utilizzati per più del 75 % per la produzione di erba o altre piante erbacee da foraggio, costituiti da terreni lasciati a riposo, investiti a colture di leguminose o sottoposti a una combinazione di tali tipi di impieghi; le aziende la cui superficie agricola ammissibile è costituita per più del 75 % da prato permanente, utilizzata per la produzione di erba o altre piante erbacee da foraggio o investita a colture sommerse per una parte significativa dell’anno o per una parte significativa del ciclo colturale o sottoposta a una combinazione di tali tipi di impieghi; le aziende con una superficie di seminativi fino a 10 ettari. Sono inoltre esclusi dall’osservanza della Bcaa 7 gli agricoltori certificati a norma del regolamento Ue 2018/848 e del Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata.