MANTOVA – Chiesa di San Francesco gremita di fedeli, questo pomeriggio a Mantova, per la messa solenne dedicata al Santo patrono d’Italia. A presiedere la celebrazione è stato il vescovo Marco Busca, che durante l’omelia ha invitato a riscoprire la figura di San Francesco d’Assisi come uomo di pace, capace di parlare al cuore dell’umanità di ogni tempo. Numerosi a tal proposito gli episodi della vita del Santo ricordati dal vescovo: tra questi, il celebre incontro con il Sultano d’Egitto al tempo della quinta crociata, quando Francesco, opponendosi alla logica della guerra, scelse la via del dialogo e della fraternità. Ma anche la predica di Bologna del 1222, meno conosciuta ma altrettanto significativa: in un clima di profonda inimicizia tra le famiglie nobili, le parole del poverello d’Assisi riuscirono a placare gli animi, portando alla riconciliazione e alla pace casati in lotta da anni.
Prima della conclusione della celebrazione si è rinnovato uno dei momenti più attesi e simbolici: la donazione del cero da parte del Comune di Mantova alla comunità francescana. Quest’anno è stato il presidente del Consiglio comunale, Massimo Allegretti, a consegnare il cero alla comunità francescana guidata da frate Fabio Piasentin, guardiano della fraternità dei Frati Minori. “Offro questo cero a San Francesco – ha affermato Allegretti – per la protezione della città e della popolazione che la abita”. Dopo la benedizione, Allegretti ha acceso il cero votivo, suggellando così un rito che affonda le sue radici nella storia della città. La tradizione della donazione del cero risale infatti all’epoca dei Gonzaga, che scelsero la chiesa di San Francesco come mausoleo dal Trecento fino alla fine del Quattrocento, e il Santo come protettore della città.