Sanitari mantovani, 1214 senza vaccino e in centinaia ignorano i solleciti. Partita la seconda Pec di Ats, poi scatta la segnalazione

soprattutto ora in presenza di nuove varianti molto contagiose

MANTOVA – Sono 1929 gli operatori della sanità che in provincia di Mantova risultavano non vaccinati nelle scorse settimane e per questo hanno ricevuto via pec una lettera da Ats Val Padana. A dirlo è il direttore sanitario dell’Agenzia di tutela della Salute Silvana Cirincione la quale spiega che si tratta di medici, infermieri, oss, ma anche psicologi, fisioterapisti, farmacisti, insomma tutti i profili del composito mondo sanitario per i quali c’è l’obbligo della vaccinazione anti-Covid. Tutti operatori che in base agli incroci effettuati da Regione Lombardia, ma anche da altri territori come Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana e Val D’Aosta, risultavano scoperti dalla vaccinazione.
Di questi 674 hanno risposto dichiarando che nel frattempo si erano vaccinati e 71 che avevano comunque prenotato la vaccinazione. Per 181 la vaccinazione è stata differita per motivi diversi come alcune patologie ancora in atto, o terapie, ma anche gravidanze e altre ragioni per cui è meglio rinviare la vaccinazione. In 17 hanno fatto pervenire la documentazione dei rispettivi medici di medicina generale che attesterebbe la presenza di un quadro clinico per cui non si può effettuare la vaccinazione. 40 hanno dichiarato di non avere l’obbligo in quanto in pensione, e sono arrivate poi 32 risposte definite “non idonee” Tutti gli altri non hanno proprio risposto. Sommando questi a quelli la cui situazione, dagli attenti controlli di Ats, risultava comunque di obbligo vaccinale, sono stati inviate 1214 seconde comunicazioni con “l’invito formale a vaccinarsi” spiega il direttore sanitario.
“Se entro otto giorni non arriva ancora risposta, verranno fatte le segnalazioni agli Ordini e ai datori di lavoro  e verrà fatta partire la diffida evidenziando che non hanno ottemperato a un obbligo di legge. A quel punto il datore di lavoro vedrà se è nelle condizioni di trovar loro una mansione compatibile con la loro situazione di non copertura vaccinale, anche demansionandoli pure economicamente, e se questo non sarà possibile possibile potrà sospenderli, con sospensione pure delle stipendio, al momento fino al 31 dicembre, poi si vedrà” continua la dottoressa Cirincione che fa un invito accorato a tutti gli operatori sanitari perchè si vaccinino.
“E’ un atto di responsabilità verso se stessi e verso gli altri, soprattutto ora in presenza di nuove varianti molto contagiose, e a maggior ragione per chi opera a contatto con malati e persone fragili. Chi lavora in ambiente sanitario spesso ha tra l’altro visto gli effetti devastanti del Covid e quindi dovrebbe sapere perfettamente cosa significa ammalarsi. Per loro ci sono delle linee preferenziali, del posti quindi dedicati, non devono aspettare”.
Intanto ci sono però 34 operatori sanitari dell’Ats Val Padana tra i circa 500 che in Lombardia hanno ricorso ai Tar di Milano e di Brescia contro l’obbligo vaccinale previsto dal Decreto Draghi.