Servizi pubblici, Nicchio: “Efficienza e efficacia obiettivo inscindibile del sistema sanitario pubblico”

Michele Nicchio

MANTOVA – Servizi pubblici, un tema su cui Michele Nicchio, direttore operativo del gruppo Mantova Salus e presidente di AIOP giovani, pone l’attenzione: la sanità deve “essere un servizio pubblico universale, accessibile e rispondente ai bisogni di salute rilevati sul territorio da una programmazione politica attenta alle necessità dei cittadini e delle comunità. Se questa è una posizione ideologica, lo è semplicemente perché la sanità, meglio –  la salute- è un bene pubblico. L’efficienza e l’efficacia dei servizi sanitari, la gestione delle risorse, l’attenzione ai costi e la capillarità dei servizi devono essere obiettivo unico inscindibile del sistema sanitario pubblico che garantisce il diritto alla salute. La sanità privata non è “il diavolo”, deve essere supporto e non sostituzione della sanità pubblica. Non è accettabile e non è più sostenibile ciò che è accaduto in Lombardia con la legge 23. La salute pubblica è stata depauperata a causa dei tagli sia di risorse economiche e sia di personale, con uno sbilanciamento verso il privato che ha indebolito il servizio sanitario pubblico”. E proprio la pandemia, secondo Nicchio, ha acceso i riflettori su di una sanità pubblica con poche risorse a disposizione, organico di personale sottodimensionato e precario, ridotta capacità di intervenire sul territorio.
“Una continua esternalizzazione delle prestazioni sanitarie verso la sanità privata che ha gestito alcuni pezzi sicuramenti più remunerativi e non universali, come invece deve essere il diritto alla salute. La garanzia delle risorse, la valorizzazione del personale attraverso formazione, sicurezza sul lavoro e stipendi adeguati sono gli aspetti che più attengono alla attività sindacale della categoria, sia nella sanità pubblica che in quella privata”.

La FP-CGIL evidenzia, infatti, come dopo 14 anni di blocco, i contratti di sanità privata AIOP e ARIS applicati nelle strutture sanitarie ospedaliere, “è stato rinnovato a ottobre 2020. A tutt’oggi però il contratto nazionale sottoscritto non è stato applicato nel modo corretto dalle parti datoriali. Per questo sono in atto vertenze su tutti i territori. Confidiamo – continua – che il percorso di confronto porti a relazioni sindacali più proficue rispetto al passato e permetta finalmente l’applicazione delle condizioni migliori ai lavoratori e alle lavoratrici che hanno lottato e scioperato per avere il rinnovo contrattuale. C’è un altro contratto fermo da ormai 9 anni ed è quello di AIOP-ARIS RSA per il personale delle residenze sanitarie per anziani e delle strutture residenziali socio-assistenziali e centri di riabilitazione. I lavoratori e le lavoratrici di queste strutture private che erogano servizi pubblici patiscono salari ingiustamente differenziati e pochi diritti. Una condizione ingiusta e ingiustificata
a cui si pone rimedio con il contratto unico di settore che assicuri dignità e salario a chi vi opera”.