Si indaga sulle polmoniti “non classificabili” di Alzano tra novembre e gennaio

Si indaga sulle polmoniti

Inchiesta aperta sulle polmoniti di Alzano in provincia di Bergamo. I 110 casi di polmonite “non classificabili” registrati tra novembre e gennaio all’ospedale di Alzano sono all’esame della Procura di Bergamo che sta indagando sugli effetti devastanti della diffusione del coronavirus nella provincia tra le più martoriate dalla pandemia.
Al momento non è possibile però stabilire se quelle polmoniti nei mesi invernali fossero dovute al Covid.
Lo spiega l’Ast di Bergamo la quale scrive, a seguito dell’interrogazione di un consigliere regionale che “gli esiti del lavoro sui ricoveri “consentono di affermare con discreta ragionevolezza come non siano riscontrabili evidenze statistiche tali da produrre il sospetto di una presenza precoce di ricoveri per polmoniti da Sars Cov” nella provincia di Bergamo nei mesi di dicembre e nel bimestre gennaio e febbraio 2020″.
Altro dubbio nasce dagli esiti degli accertamenti del professore Andrea Crisanti, docente di Microbiologia e microbiologia clinica a Padova e proprio consulente dei pm di Bergamo nell’inchiesta sulla chiusura e riapertura del Pronto soccorso dell’ospedale di Alzano dopo la scoperta di due persone affette da Covid-19. che poi morirono, e sulla mancata applicazione della zona rossa in Valseriana.
Crisanti non si pronuncia sui 110 casi di Alzano ma con le sue strutture è riuscito a stabilire che nessuno dei oltre tremila casi di polmonite che si sono verificati in Veneto tra ottobre e gennaio “ha evidenziato la presenza del Covid”. Gli accertamenti compiuti da Crisanti, sono stati eseguiti facendo prima un tampone ‘generico’ al paziente per stabilire la diagnosi, che è stato conservato, poi un secondo, finalizzato a individuare specificamente la presenza del virus. Nessuno dei 3mila casi avrebbe avuto esito positivo.