MANTOVA – Stipendi troppo bassi e proposte di adeguamento dei salari inaccettabili in fase di rinnovo del CCNL da parte di ANFFAS per lavoratori che svolgono un ruolo fondamentale a favore di persone fragili. Per questo è stato indetto lo stato di agitazione a livello nazionale in data 19 luglio.
In data 20 settembre è stato indetto lo stato di agitazione territoriale unitario con l’affissione delle bandiere in data odierna (21 settembre) davanti alla sede di Anffas Mantova da parte dei Sindacati di categoria, mentre per il 28 settembre è stata anche indetta un’assemblea nazionale unitaria dei delegati su piattaforma e per i lavoratori del territorio presso la sede di Anffas Mantova.
In provincia di Mantova sono circa un centinaio i lavoratori interessati dal rinnovo di questo contratto. Lavoratori che assistono circa 130 persone fragili.
“I problemi di finanziamento del sistema – spiegano i rappresentanti territoriali dei sindacati di categoria, Magda Tomasini e Morena Trasforini di Fp Cgil, Paola Bacca e Flavio Rebecchi di Uil Fpl e Rosanna Magnani di Cisl Fp Asse del Po – non possono ricadere su lavoratrici e lavoratori, oggi guadagnano poco più di 1000€ al mese. Interrompere la trattativa perché mancano i fondi fa ribollire il sangue: queste lavoratici e questi lavoratori meritano un contratto dignitoso e un salario che renda giustizia alla loro funzione essenziale. Siamo al loro fianco e dopo la dichiarazione dello stato di agitazione a livello Nazionale del 19 luglio 2023 e il tentativo di conciliazione 21 luglio 2023 presso il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali Nazionale a Roma chiuso con esito negativo abbiamo deciso di dichiarare lo stato di agitazione anche a livello territoriale e di indire un’assemblea a livello nazionale su piattaforma il 28.09.2023. Continueremo a mettere in campo ogni altra azione che sarà necessaria per ottenere più diritti e più salario”.
Lo stato di agitazione a livello Nazionale è stato indetto dopo che l’Associazione al tavolo nazionale ha deciso di stoppare, per carenza di risorse, le trattative per rinnovare il contratto nazionale a circa 5000 lavoratrici e lavoratori.
“Lo stato di agitazione – proseguono i rappresentanti dei sindacati – è doveroso, hanno gli stipendi più bassi d’Europa e Anffas propone un aumento di circa 35 euro, cioè un rinnovo che non supera il 3% quando l’inflazione galoppa alle stelle. Questo misconoscimento nei loro confronti della parte datoriale fa male e ci indigna. Vogliamo per questi dipendenti una vita dignitosa e con dignità in quanto portano avanti il loro lavoro verso persone fragili. Lotteremo con determinazione perché vengano garantite condizioni contrattuali adeguate. Questo, oltre al tema retributivo, apre anche al tema delle condizioni della nostra sanità lombarda, dove il privato equivale al pubblico ma la sanità pubblica negli anni è stata impoverita e quindi o ti metti nelle lunghe liste d’attesa o paghi, se puoi”.