Superiori in classe il 7 gennaio. La Cgil: “Serve un piano per coordinare scuole e trasporti”

Scuola, i sindacati:

MANTOVA – Il prossimo 7 gennaio, secondo quanto previsto dal Governo nell’ultimo Dpcm, ricomincerà la didattica in presenza nelle scuole superiori. In questa fase sarà garantito il rientro in presenza del 75% degli studenti.
Ma in provincia di Mantova il sistema scolastico interessato e quello direttamente collegato del trasporto pubblico è pronto? Se non cambieranno le disposizioni, i mezzi del trasporto pubblico potranno avere una capienza ridotta del 50%, per cui il nodo rimane quello di far combaciare le esigenze degli studenti con le attuali capienze.
“Sappiamo che Apam – spiega Enzo Garaboldi, segretario di Filt Cgil Mantova – ha distribuito questionari nelle scuole per organizzare il trasporto, ma a livello di mezzi e autisti la situazione non ci risulta essere diversa da quella di settembre“. Secondo Garaboldi il problema principale è quello di “coordinare le corse, che per forza dovranno essere di più viste le capienze dimezzate, con gli ingressi e le uscite nelle scuole. Se tutti gli studenti iniziano e finiscono alla stessa ora come può fare Apam a caricarli tutti considerate le limitazioni di capienza al 50%? Per forza di cose gli ingressi e le uscite dovranno essere scaglionati“. Ma ciò presuppone anche “una riorganizzazione dei turni di lavoro degli autisti e sarà necessario il passaggio con Apam per capire come strutturare il servizio in base alle esigenze emerse e alle forze e ai mezzi a disposizione”. Inoltre Filt ha in programma di richiedere “un incontro con il Prefetto, Apam, Agenzia Tpl e Provveditore Scolastico per affrontare questo nodo e scioglierlo in maniera coordinata“. C’è poi il capitolo assembramenti alle fermate dei bus e agli ingressi delle scuole che preoccupa perché “se non si scaglioneranno ingressi e uscite il pericolo di assembramenti c’è, come c’è stato a settembre e si rischia di avere bus che girano mezzi vuoti, o mezzi pieni, e in più molte auto private che portano gli studenti a scuola agli stessi orari, creando, quantomeno, assembramenti agli ingressi”. Posto che servirà, stando così le cose, almeno un raddoppio delle corse, “Apam avrà sufficienti mezzi e uomini per farlo?”, si chiede Garaboldi che pone sul tavolo anche la questione dell’utilizzo dei bus privati che “possono dare una mano, ma rispetto ai quali mancano direttive e accordi sull’utilizzo e sulle loro tariffe. In tal senso servirebbero interventi da parte di Agezia Tpl e Regione Lombardia”.
Per quanto riguarda il ritorno a scuola in presenza, il segretario di Flc Cgil Mantova, Pasquale Andreozzi si dice “d’accordo – perché la sola didattica a distanza non è efficace sia sul piano didattico ce su quello sociale e relazionale“. Relativamente ai trasporti, uno dei problemi principali di settembre, Andreozzi sostiene che “le scuole erano pronte per una differenziazione concreta degli orari delle lezioni, seppur fra mille difficoltà, ma è mancato il supporto delle istituzioni preposte a regolare i trasporti che si sono imbarcati in tavoli di confronto e studi che non hanno prodotto nulla di concreto. Motivo per cui le scuole si sono trovate a gestire differenziazioni di orari che non hanno evitato gli assembramenti davanti alle scuole, a causa dei mezzi pubblici che non hanno funzionato in modo adeguato e con molti studenti che arrivavano con mezzi privati”. Rispetto alla prossima data ‘X’ del 7 gennaio, con il rientro in presenza delle superiori, Andreozzi sostiene che questa dovrà poggiare su “un’organizzazione efficiente degli orari dei trasporti con le scuole che dovranno rimodulare i loro orari, estendendoli e in tal senso potrà venire in aiuto la didattica digitale integrata che prevede lezioni sincrone e asincrone. Un giusto mix fra didattica in presenza e didattica digitale integrata potrà fare in modo che le il rientro del 7 gennaio funzioni“. Ma sul tavolo, precisa ancora Andreozzi, rimangono problemi irrisolti e promesse non mantenute o mantenute in parte dal Ministero. Fra queste ultime rientra il non adeguato aumento del personale docente e non docente, mentre fra i problemi irrisolti c’è quello delle strutture inadeguate: “Servono investimenti in edilizia scolastica nel mantovano, servono interventi strutturali forti, ma a quanto mi risulta manca un piano di questo tipo e anche per il prossimo anno scolastico non sono previsti interventi e piani in tal senso” precisa Andreozzi che aggiunge: “In attesa di risorse specifiche sulla sicurezza nei vari istituti cerchiamo di dare una mano anche recuperando risorse da dirottare, ad esempio, sui referenti covid per far fronte a una situazione emergenziale”.