Suzzara, Cappellari e Bulbarelli: “ospedale non chiude, da sinistra mera polemica”

L'ospedale di Suzzara

SUZZARA –  “L’invito al Consiglio comunale aperto convocato dal Comune di Suzzara non è altro che l’occasione per la sinistra di creare inutili polemiche, questo nonostante siano già state date ampie delucidazioni su tutto il percorso seguito da Regione Lombardia e Asst Mantova per la stabilizzazione dell’Ospedale di Suzzara. Non condividiamo questo modo di fare politica e non parteciperemo a questo tentativo di strumentalizzare un tema importante, come quello della sanità locale, per mera campagna elettorale”.
Così Alessandra Cappellari Consigliere regionale della Lega e membro dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale della Lombardia, e Paola Bulbarelli Consigliere regionale di Fratelli d’Italia, in risposta all’invito per partecipare al Consiglio comunale aperto convocato per domani 16 giugno dal Comune di Suzzara.

“La possibilità di stabilizzazione è stata inserita nella legge di potenziamento della sanità regionale e conferma l’intenzione della Regione di mantenere attivo questo importante presidio nel Mantovano. Come già affermato più volte, la politica ha svolto il proprio ruolo in questa vicenda e ora il percorso prevede, dopo il rifiuto del gestore privato che già operava nella struttura di proseguire con la concessione, una gara indetta da Asst con la quale si sceglierà il nuovo gestore dell’Ospedale”.

“Politicamente il lavoro è già stato fatto – proseguono Cappellari e Bulbarelli – Creare allarmismi e nuove sterili polemiche va contro il bene dei cittadini e di tutto il territorio. Ora sono i tecnici che in autonomia dovranno eseguire la propria parte: la certezza è che l’Ospedale non chiuderà e i servizi offerti saranno potenziati come previsto dalla legge sanitaria regionale”.
“Il percorso si è svolto nel modo più lineare e trasparente possibile per tutelare operatori, cittadini e territorio. L’auspicio è che da sinistra ora la smettano con i continui tentativi di polemizzare per interessi politici di parte” concludono Cappellari e Bulbarelli.