MANTOVA – Gruppo Tea è tra i firmatari del “Patto per l’Acqua”, l’iniziativa di Utilitalia (l’associazione che rappresenta i gestori dei servizi idrici dell’80% della popolazione) per promuovere e sostenere politiche nazionali di tutela ambientale e della risorsa, di resilienza delle reti e dei sistemi di approvvigionamento, per garantire ai cittadini universalità e qualità dei servizi offerti e gestioni all’altezza delle future sfide.
In un contesto di crisi aggravato dagli effetti dei cambiamenti climatici, le eccellenze dell’industria idrica italiana associate a Utilitalia fanno squadra per mettere al servizio del Paese le proprie competenze e capacità industriali.
“Sosteniamo l’iniziativa di Utilitalia forti di un impegno nel settore idrico che prevede un piano di investimenti da 300 milioni di euro da qui al 2037, quando scadrà la nostra concessione. Oltre a reti e impianti, stiamo facendo interventi di magliatura, per aumentare la resilienza delle infrastrutture, insieme a studi e progetti importanti su fognature e depurazione. Innovazione, cultura e sostenibilità sono i valori sui quali AqA fonda la propria attività al servizio del territorio e, attraverso il Patto, anche del Paese”, commenta il presidente di gruppo Tea, Massimiliano Ghizzi.
Mettere a disposizione, anche attraverso forme di partenariato, una grande capacità gestionale, di finanziamento e di realizzazione degli interventi per dotare il sistema idrico italiano delle infrastrutture necessarie a vincere le sfide del cambiamento climatico: questo è il cuore del Patto che vede impegnati i principali operatori italiani del settore idrico.
Oltre a gruppo Tea, le prime imprese ad aver siglato il “Patto per l’Acqua” sono A2A, Acinque, Acqua Novara VCO, Acquedotto Lucano, Acquedotto Pugliese, Amap, Ascopiave, Cap, CVA, Hera, Iren, MM, Nuove Acque, Publiacqua, Romagna Acque, Smat, Suez e Viveracqua.
Dal 2012 ad oggi gli investimenti nel settore sono aumentati del 227%, raggiungendo i 4 miliardi annui e i 56 euro medi per abitante. Ma il gap con la media europea di 82 euro annui per abitante (che sale fino a 100 euro nel Paesi più virtuosi) resta ampio, soprattutto nei territori nei quali non operano soggetti industriali: nelle gestioni comunali in economia, che interessano ancora 1.519 Comuni e 8 milioni di cittadini, si continuano a investire mediamente solo 8 euro l’anno.
Per poter dispiegare la piena efficacia del Patto, all’impegno delle imprese vanno affiancate quattro azioni di riforma tese alla riduzione della frammentazione, all’introduzione di parametri di verifica gestionale, al consolidamento industriale del settore e a un approccio integrato tra i diversi usi dell’acqua. In sintesi si tratta di: superare le gestioni in economia, rafforzare le capacità gestionali, favorire le aggregazioni, sostenere un approccio integrato.