Terremoto Turchia e Siria, oltre 7900 morti. Disperso un imprenditore veneto

Ha superato i 7.900 morti l’ultimo bilancio delle vittime del catastrofico terremoto in Siria e Turchia.
In Turchia, riferisce l’Ansa, è stato confermato che 5.894 persone sono rimaste uccise, mentre 2.032 persone sono morte in Siria, per un totale di 7.926 vittime.
Si teme che il bilancio aumenterà inesorabilmente, con i funzionari dell’Organizzazione mondiale della sanità che stimano che i morti potrebbero essere fino a 20.000
C’è un italiano che ancora manca all’appello.
Si chiama Angelo Zen, ha 60 anni ed è un imprenditore veneto. “Siamo in contatto costante con la famiglia”, ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Un giornalista turco, Ibrahim Haskologlu, ha raccontato a Bbc News Channel che le persone stanno inviando a lui e ad altri giornalisti video, note vocali e le loro posizioni in diretta da sotto le macerie. “Ci dicono dove sono e non possiamo fare nulla”, dice Haskologlu, originario di Malatya, un’area pesantemente colpita dai terremoti di ieri, ma ora a Istanbul.
Anche in Siria la situazione è drammatica. “I bisogni sono enormi, è una catastrofe e serve tutto: servono coperte per affrontare il rigido inverno, cibo, kit igienici e beni di prima necessità”. A raccontarlo, in una testimonianza audio, è il coordinatore ad Aleppo di Terre del Hommes, Najibhayat Kahale. “Quattro scuole nell’area sono fortemente danneggiate e inagibili. Altre 53 sono parzialmente danneggiate, mentre ben 16 scuole sono state ridestinate a diventare centri di accoglienza temporanei”, aggiunge.
Si è attivata un’altra faglia al confine tra la Siria e la Turchia ed è stata la responsabile del secondo terremoto forte registrato nella mattinata di ieri, ossia quello di magnitudo 7,5 delle 12:24 (le 11,24 in Italia)
La nuova faglia ha provocato uno spostamento del suolo fino a 10 metri. Lo ha detto all’ANSA il sismologo Alessandro Amato, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).

“La nostra più grande consolazione è che oltre ottomila persone sono state soccorse“, ha affermato Erdogan che ha proclamato uno stato di emergenza di tre mesi per le dieci province maggiormente colpite. Tra le vittime anche un deputato del partito Akp, Yakup Tas.
L’autorità turca per le emergenze Afad rende noto che vi sono state 435 scosse di assestamento dopo il sisma 7.7 di lunedì. Oltre 60mila persone sono impegnate nei soccorsi. L’esercito ha messo a disposizione 100 aerei e 10 navi.

“Questo sisma ha colpito in modo diretto 13,5 milioni di nostri concittadini”, ha dichiarato il ministro dell’Urbanizzazione del governo di Ankara, Murat Kurum, descrivendo, tra gli effetti del terremoto, l’interruzione di strade, rese inaccessibili dalle scosse, la mancanza di acqua in alcune regioni, dove si sta cercando di operare il più rapidamente possibile per ripristinare il funzionamento dei servizi essenziali. “Il dolore è indescrivibile”, ha aggiunto, con un messaggio di incoraggiamento ai connazionali nelle aree colpite, dove è in atto una corsa per salvare chi ancora non è stato raggiunto dai soccorritori: nei precedenti terremoti, ha sottolineato, le persone sono state soccorse e tratte in salvo anche dopo 100 ore.

Ma le condizioni meteorologiche rendono ancora più drammatica la situazione, ha spiegato Orhan Tatar, direttore per i terremoti e la riduzione del rischio dell’Autorità per la gestione dei disastri e delle emergenze (Afad) che ha parlato di abbondanti nevicate, precipitazioni, forti venti e basse temperature sulle zone colpite.