Tornano i voucher, plauso di Fipe. “Strumento necessario per i nostri settori. Da combattere gli abusi”

MANTOVA – La legge di bilancio 2023 ha stabilito i termini del nuovo contratto di prestazione occasionale, che di fatto reintroduce i cosiddetti voucher, per alcuni settori economici, come quello turistico, della ristorazione, dei locali da ballo e dell’agricoltura. Tra le novità principali, il raddoppio a 10mila euro annui del limite del compenso erogabile dall’utilizzatore nei confronti di chi presta lavoro e l’estensione dell’accesso alle aziende fino a 10 lavoratori subordinati a tempo indeterminato. Sono stati contestualmente annunciati dei controlli molto severi, per evitare gli abusi. Introdotti dalla legge Biagi nel 2003, i voucher erano stati di fatto limitati nel 2017.

Un provvedimento, quello adottato dall’esecutivo Meloni, che trova il plauso dei rappresentanti di categoria. “Le nostre categorie da sempre devono misurarsi con il fattore dell’elasticità: il lavoro varia a seconda dei giorni – dice il presidente di Fipe Confcommercio Mantova Giampietro Ferri, l’associazione dei Pubblici Esercizi -, quindi lo strumento dei voucher si dimostra utile sia per i datori di lavoro, che magari hanno bisogno di un aiuto in un limitato numero di ore o di giorni, sia per chi presta la propria opera, penso magari al giovane studente”. Ancora presto per evidenziare eventuali criticità: “Lo capiremo soltanto in corso d’opera – dice Ferri -, quando si vedranno le dinamiche sviluppate dal provvedimento. Ci sarà modo per correggere possibili storture. Gli abusi vanno combattuti”.

L’utilizzo dei voucher nel territorio mantovano era stato nel 2016 (ultimo dato disponibile) di 1.470.339 buoni lavoro, l’anno precedente 1.228.635. Una crescita costante (nel 2012 erano stati poco più di 200mila), spiegabile anche dal fatto che successivamente alla loro introduzione , si era deciso di allargare la platea di categorie in grado di beneficiare del provvedimento. Ora ci si riprova, con il dichiarato obiettivo di prevenire eventuali abusi: nel 2016 solo una minima parte era utilizzata da servizi (148.578) e turismo (125.233), segno che la reintroduzione solo per determinati settori può essere la via giusta.