Truffa sui bonus edilizi per quasi 20 milioni, perquisizioni anche nel mantovano

MANTOVA – Hanno coinvolto anche il territorio mantovano le perquisizioni effettuate dalla Guardia di Finanza di Verona (oltre alla nostra provincia e a quella scaligera, le operazioni hanno riguardato Alessandria, Vicenza e Roma), che ha sequestrato beni riconducibili a otto indagati per una truffa sui bonus edilizi “facciate” e “ristrutturazione”. Coinvolte due società con sede a Verona e nel comune veronese di San Giovanni Lupatoto. Le persone sotto inchiesta sono sospettate di associazione a delinquere finalizzata all’indebita percezione di erogazioni a danno dello stato, autoriciclaggio, impiego di denaro e beni di provenienza illecita, oltre ovviamente alla truffa. L’indagine, condotta in collaborazione con l’agenzia delle entrate del nord-est, ha fatto scattare i sigilli sui crediti di imposta, su 30 immobili, disponibilità finanziarie, quote societarie e beni di lusso nella disponibilità degli indagati (tra queste anche una Porsche Cayenne) per un valore di oltre 20 milioni. Congelato anche un credito di 7 milioni che la ditta veronese (non operativa) aveva già ceduto ad una società romana già pronta a monetizzarlo.

La presunta organizzazione criminale era composta da persone che dichiaravano redditi modesti o nulli, ma avevano comunicato all’agenzia delle entrate crediti di imposta inesistenti per circa 15 milioni. I lavori edili si sarebbero riferiti a immobili che non erano nemmeno di proprietà degli indagati e ovviamente non erano mai stati eseguiti dalla ditta individuale in provincia di Verona. Una parte dei crediti (quasi 7 milioni), era stata monetizzata cedendola a terzi: la “quota” per compiere l’operazione illecita era del 30% sul valore dei crediti, visto che sui conti della ditta individuale erano transitati circa 4,8 milioni, poi reinvestiti in attività lecita: acquisto di un bar, di fabbricati e di un’auto di lusso.