MANTOVA – I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Treviso, nell’ambito di un’indagine sulle truffe relative ai crediti fiscali generati dai lavori edili rientranti nel “Superbonus 110%” (che già nel mese di agosto del 2022 aveva permesso di sequestrare, nei confronti di un consorzio con sede nella Destra Piave, crediti fiscali per 7 milioni di euro e immobili per oltre 1,2 milioni di euro), hanno ora eseguito una serie di sequestri, delegati dall’Autorità Giudiziaria di Treviso, su 25 milioni di euro di crediti d’imposta e oltre 2 milioni di euro fra somme di denaro, immobili e autovetture, nella disponibilità di cinque indagati e di una società collegata al predetto consorzio. Dopo i sequestri della scorsa estate, le indagini sono proseguite, anche sulla base delle denunce presentate da
circa 300 clienti del consorzio, residenti in varie province del Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Piemonte, che si sono rivolti alla Guardia di Finanza per chiedere di procedere penalmente nei confronti di quanti si erano impegnati a realizzare importanti lavori edili che poi, in moltissimi casi, non avevano mai nemmeno iniziato. Tra questi ci sono una decina di clienti mantovani.
Sulla scorta degli elementi probatori raccolti in quest’ultima fase, le Fiamme Gialle hanno quindi denunciato alla Procura della Repubblica di Treviso altri tre professionisti (un direttore dei lavori e due asseveratori, che hanno collaborato con quattro società collegate al consorzio), per aver falsamente certificato l’avvenuta esecuzione o la congruità delle opere oggetto dell’agevolazione, in ciò rendendosi corresponsabili dei reati di truffa ai danni
dello Stato e falso in atto pubblico. Il consorzio e le altre quattro società coinvolte, invece, sono stati segnalati per violazioni alla normativa relativa alla responsabilità amministrativa da reato degli enti.
Nel complesso, quindi, si sta attualmente procedendo nei confronti di sei persone fisiche e cinque società, alle quali sono stati finora sequestrati oltre 35 milioni di euro, tra crediti e altri beni. L’intervento testimonia, ancora una volta, l’impegno profuso dalla Guardia di Finanza di Treviso nell’attività di contrasto alle condotte che pregiudicano il corretto impiego delle ingenti risorse pubbliche, stanziate per sostenere la ripresa a seguito della crisi economica collegata all’insorgere dell’emergenza epidemiologica da
Covid-19. Le misure cautelari eseguite, inoltre, sono un segno tangibile della capacità della Magistratura e delle Fiamme Gialle di assicurare concreta e immediata efficacia all’attività repressiva, scongiurando più gravi danni per le casse dello Stato e il corretto funzionamento dei mercati.
La Guardia di Finanza consiglia a chiunque abbia avuto a che fare con questo consorzio o con le società collegate di controllare il proprio cassetto fiscale.