Tumori all’utero, all’ospedale di Mantova la tecnica del linfonodo sentinella. Degenza più breve e meno rischi

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MANTOVA – La tecnica del “Linfonodo sentinella” anche per la cura del tumore all’utero: dal mese scorso l’ospedale Carlo Poma di Mantova ha messo a disposizione macchinari di ultima generazione che hanno permesso ai professionisti della struttura di Ostetricia e Ginecologia, diretta da Paolo Zampriolo, di trattare i primi casi con successo e notevole soddisfazione. Sono attesi un’ulteriore riduzione delle già rare complicanze post-chirurgiche e tempi di degenza più brevi rispetto agli interventi tradizionali. Tutto questo grazie ad una Una chirurgia sempre più mirata e mini-invasiva

Il carcinoma endometriale è il più comune tumore ginecologico in Europa. La sua incidenza è in crescita per l’aumento dell’età media e dei fattori di rischio come l’obesità. Il sintomo guida è il sanguinamento genitale in menopausa o la comparsa di mestruazioni abbondanti in peri-menopausa. Una piccola parte di questi sintomi possono essere causati da questi tumori. Fortunatamente la maggior parte delle malattie in questione viene diagnosticata in uno stadio iniziale e ancora confinata all’utero, spesso con una ottima sopravvivenza. Solo nel 10-15 per cento dei casi alla diagnosi si riscontra già una metastasi nei linfonodi. Lo stato dei linfonodi è quindi il più importante fattore predittivo di sopravvivenza.

Fino a oggi la maggioranza di queste pazienti venivano sottoposte a interventi anche molto estesi. Oltre alla rimozione di utero e ovaie si rendeva spesso necessario procedere all’asportazione di tutti i linfonodi pelvici e addominali solo per valutare lo stato linfonodale. Dal 2021 le linee guida internazionali hanno stabilito che è possibile, anche nei tumori uterini, offrire un approccio molto più conservativo e di pari efficacia, andando ad asportare i soli linfonodi sentinella, i primi “filtri” che possono essere interessati dalla diffusione della malattia, evitando interventi più invasivi. I progressi nell’ambito della chirurgia mini-invasiva e di particolari tecniche basate su coloranti fluorescenti rendono oggi possibile, in centri di riferimento, una chirurgia molto più mirata e rispettosa della donna. Asst Mantova mette a disposizione personale adeguatamente addestrato che da anni si occupa della diagnosi e cura dei tumori della sfera genitale femminile.

Proprio a Mantova e provincia in questi anni è stato sviluppato un importante percorso di diagnosi e cura dei tumori della sfera genitale femminile. Responsabile del percorso il ginecologo Luca Orazi – direttore facente funzione della struttura di Ostetricia e Ginecologia di Pieve di Coriano – che svolge questa attività insieme alle colleghe Greta Cherubini e Giulia Bonelli. Un modello multidisciplinare che vede la collaborazione tra numerosi specialisti e viene continuamente aggiornato per assicurare il massimo livello di cura. Un contributo fondamentale nella metodica del linfonodo sentinella è dato dai colleghi della struttura di Anatomia Patologica, diretta da Rosa Rinaldi, in particolare da Ester Scillitani, che effettuano la diagnosi istopatologica utilizzando una innovativa tecnica di ultrastaging immunoistochimico secondo le più recenti linee guida.

Fiori all’occhiello del percorso: la diagnosi e cura dei temibili tumori dell’ovaio; il percorso di presa in carico delle persone con mutazioni genetiche a rischio di tumori eredo-familiari (in collaborazione con il Centro di Genetica Oncologica e la Senologia); il percorso di chirurgia a tutela della fertilità, dedicato alle pazienti giovani che alle quali si offre la possibilità di guarigione e di diventare madri.