Una carezza del vescovo Busca ai bimbi della Casa del Sole come quella di 30 anni fa di Papa Wojtyla

SAN SILVESTRO (CURTATONE) Il vescovo Marco Busca accarezza i bambini della Casa del Sole, li tiene per mano, ha una parola per tutti. Gesti di grande dolcezza e tenerezza, gli stessi che trent’anni fa Papa Giovanni Paolo II fece il 23 giugno 1991 durante la sua seconda giornata mantovana, quando si recò in visita alla struttura di San Silvestro.
Oggi, alla vigilia dunque del trentennale di quella visita il vescovo Marco, accompagnato dal vicario generale della Diocesi don Libero Zilia e dal parroco dell’Unità pastorale di Curtatone don Cristian Grandelli, ha voluto essere anche lui a San Silvestro per ricordare quell’evento che nessuno degli operatori della Casa del Sole di allora potrà mai dimenticare.

Lo hanno ripetuto più volte durante le loro testimonianze nella chiesetta della struttura anche la terapista Anna Bosi, emozionata e commossa proprio come allora, e la rappresentante dei genitori Laura Amadei.

Ad accogliere il vescovo è stato tutto lo staff della Casa del Sole capitanato dal presidente Enrico Marocchi, ma anche il sindaco di Curtatone Carlo Bottani.
La visita di Busca è iniziata dal Padiglione nuovo Centro Solidarietà, una struttura all’avanguardia dedicata ai bambini con gravi disabilità. Il vescovo ha ribadito il suo plauso per l’attività che viene portata avanti qui come in tutta la Casa del Sole, un luogo che è un vero elogio della vita, come disse trent’anni fa il Pontefice e come voleva la sua fondatrice, Vittorina Gementi a proposito della quale Bottani si è augurato che prosegua la causa di canonizzazione e “possa diventare presto santa”.

Sempre a proposito di Vittorina, di cui era presente la sorella Olga, il vescovo Marco ha evidenziato come “tutti gli operatori della Casa del Sole, attraverso i bambini, possono vedere qualcosa davvero di divino. Non perdete il suo carisma – ha detto il vescovo – perchè lei aveva voluto tutto questo affinchè i bambini potessero vedere il sole pur in una vita in penombra”.

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