MANTOVA – Il consigliere regionale della Lega Alessandra Cappellari replica alle esternazioni di ieri del collega Cinque Stelle Andrea Fiasconaro, che aveva invitato la maggioranza di centrodestra a farsi da parte “se non in grado di gestire la sanità lombarda”.
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«L’esponente pentastellato lancia sui media accuse assurde alla gestione Fontana della sanità lombarda, come da copione che si ripete da inizio pandemia. Ma è evidentemente male informato».
Spiega Cappellari: «Ripetendo l’eterno e noioso copione pentastellato, Fiasconaro va ripetendo che Regione Lombardia starebbe gestendo male la questione dei vaccini antinfluenzali. Chiaramente ignora che Regione Lombardia si è mossa come tutte le altre regioni acquistando dosi di vaccino incrementate rispetto all’anno scorso, per fronteggiare le maggiori richieste per antinfluenzale e pneumococco (80% di dosi in più). In questo modo Regione coprirà le richieste della popolazione in target (gli over 60, i bambini sotto i 6 anni, le categorie immunodepresse e fragili e il personale sanitario) alla quale il vaccino verrà dunque somministrato gratuitamente. Per tutti costoro la capacità di copertura è quasi totale. Consideriamo che lo scorso anno solo un over 65 su 3 si e vaccinato. Fiasconaro ha comunque una alternativa: potrebbe chiedere che Regione acquisti dosi di vaccino superiori alle necessità, così poi il consigliere potrebbe gridare “al lupo! Al lupo!” sottolineando lo spreco di risorse.».
«Per quanto riguarda poi il periodo della campagna vaccinale», prosegue Cappellari, «ricordo ai grillini che esso va da fine ottobre ad inizio novembre. Il vaccino copre difatti i tre mesi di maggior virulenza (novembre, dicembre e gennaio). Qualche medico spieghi per favore ai pentastellati che un vaccino somministrato anzitempo non serve a niente».
«Infine», conclude il consigliere leghista, «per quanto riguarda le somministrazioni vaccinali la Regione sta seguendo il giusto iter, con le ATS che si muoveranno in sinergia con i sindaci per definire i luoghi e le modalità di iscrizione delle persone che devono vaccinarsi, in modo da gestire nel miglior modo possibile il flusso delle persone, senza scaricare tutto sui medici di medicina generale. C’è un nervo scoperto che è però quello dei vaccini in solvenza: oggi il vaccino non si trova in farmacia perché le aziende farmaceutiche lo hanno venduto in massa allo Stato e alle Regioni, coprendo in primis la richiesta degli Enti pubblici, e non hanno stock da vendere in solvenza. Ma su questo Regione Lombardia non ha responsabilità. Fiasconaro se la prenda con Roma. Confido peraltro che entro la fine di ottobre, vale a dire quando sarà realmente efficace vaccinarsi, le case farmaceutiche riforniscano anche per la solvenza».