Viadana, in partenza la terza missione di Arces. Accolte una bimba e la sua mamma, scappate dalla guerra

VIADANA – Arrivato a Sumy, in Ucraina, il carico umanitario inviato da Arces Viadana mentre nel paese mantovano trova accoglienza presso una famiglia del posto una mamma e figlio fuggiti dagli orrori della guerra.

“Quando una delle ‘Associazioni mosche bianche’, come qualcuna lo scorso venerdì ha esordito in Consiglio Comunale a Viadana, si attiva e scendono in campo non badando a giorni di festa, orari, compensi, per fare gratuitamente del bene non c’è ne per nessuno, parlano i fatti, le parole volano al vento, soprattutto da chi vive e tocca ogni giorno, per mani queste attività e sempre con l’esperienza che le contraddistingue”.

È arrivata a destinazione la seconda missione in Ucraina mentre l’associazione si è riproposta per fare partire la terza entro la prossima domenica, lanciando un appello per la raccolta di soli alimenti, prodotti igienici per donne, bambini, uomini e materiale urgente medicinali di automedicazione. “Non possiamo che essere soddisfatti: anche questa volta siamo riusciti a passare il confine, pur con maggiore pericolo”.

Oggi Arces ha trovato accoglienza per mamma Olona 45 anni e il figlio Marco 10 anni presso una famiglia viadanese. Anche loro scappati dalla guerra, il marito e papà deceduto il 28 febbraio a causa delle bombe. “Tante ore in pullman e a piedi, come riferito dalla nostra traduttrice Valentina, per trovare ora la dovuta serenità e l’amore di una famiglia viadanese che non mancherà. Stanchi ancora debilitati moralmente e traumatizzati, alzano lo sguardo in cielo ogni volta che sentono un elicottero e/o un aereo. Anche la nostra traduttrice Valentina, sposata con un viadanese, ha lasciato metà della sua famiglia in Ucraina. Era andata in ferie ma si è trovata in mezzo ai primi giorni di guerra con il volo annullato per l’Italia. E’ dovuta scappare come una profuga, ma ogni volta che sente in televisione che sono scattate le sirene che annunciano i bombardamenti aerei lei a km di distanza inizia a chiamare tutta la sua famiglia rimasta per dare aiuto, per sincerarsi delle condizioni. Ha visto morire tante donne e soprattutto bambini, uno dei quali salvatosi ma ritrovandosi senza i genitori. Storie che cambiano anche noi, la nostra serenità e esistenza e che ti inducono e ti danno la forza a fare sempre di più”.

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