Violenza sulla 19enne, Rossi: “perchè un pluripregiudicato irregolare poteva essere lì. Vogliamo poter uscire di casa in sicurezza”

MANTOVA – Il 28enne ivoriano di 28 anni che ieri ha violentato una 19enne a Mantova la quale è riuscita ad evitare che si consumasse una violenza completa ssolo grazie all’intervento di suo padre, risultava essere senza fissa dimora.
L’uomo era domiciliato nello stesso quartiere della vittima, in una struttura per richiedenti asilo, nonché pluripregiudicato più volte ed in più provincie per reati di tipo sessuale nei confronti di giovani donne, nonché responsabile dei reati di spaccio di stupefacenti e rapinaScarcerato per fine pena lo scorso 31 gennaio dalla Casa Circondariale di Terni, dove era stato incarcerato per reati anche in quel caso di violenza sessuale aggravata, violazione di domicilio e lesioni personali, era in seguito stato internato nel Centro di Permanenza per i Rimpatri di Ponte Galeria, a Roma, dal quale era uscito lo scorso 28 febbraio poiché richiedente asilo politico.
Parte da qui il candidato sindaco del centro destra a Mantova Stefano Rossi, dalle testuali parole che descrivono chi è l’uomo che ieri ha aggredito e violentato la giovane in un quartiere della città, per chiedere perchè mai un soggetto del genere, un profugo pluripregiudicato per reati gravissimi dovesse essere lì, libero di delinquere ancora, di distruggere per sempre la vita a una ragazza, se non peggio.  

“L’emergenza sanitaria che ha costretto i cittadini mantovani nelle proprie abitazioni al fine di evitare la diffusione del contagio da Covid-19 sta mettendo seriamente alla prova anche lo stato d’animo di tutti noi – dichiara Rossi – A creare un’ulteriore preoccupazione sono anche gli episodi di cronaca che si susseguono nella nostra città.
Prima le ripetute fughe dall’Ospedale Carlo Poma del nigeriano richiedente asilo, mentre era in attesa di eseguire il tampone, che ha messo seriamente in pericolo la salute dei cittadini e delle forze dell’ordine, visto che la sua sintomatologia era correlabile al Coronavirus.
Poi l’altro nigeriano positivo, dal domicilio ignoto, scappato anch’egli dal nosocomio cittadino e rintracciato solo grazie alla geo-localizzazione, mentre camminava lungo la strada all’altezza del Centro Commerciale “La Favorita”. Faccio notare che un paio di settimane prima, lo stesso soggetto, aveva soggiornato in una comunità dell’hinterland di Mantova, con un permesso di soggiorno per motivi umanitari ed era in attesa del rinnovo del permesso per motivi di lavoro.
Infine l’ultimo caso ieri pomeriggio a Formigosa – continua Rossi – dove una ragazza diciannovenne è stata aggredita nei pressi della sua abitazione, mentre rientrava a casa dopo aver portato a passeggio il cane, da un giovane ivoriano, successivamente risultato pluripregiudicato e richiedente asilo, il quale è stato messo in fuga solo dal tempestivo intervento del padre della ragazza, attirato dalle urla di lei.
In quest’ultimo episodio l’uomo risultava essere senza fissa dimora in Italia, ma domiciliato nello stesso quartiere della vittima, in una struttura per richiedenti asilo.
Le strade deserte di autovetture di questi giorni, sia di notte che nelle ore diurne, l’assenza di persone per strada, possono favorire l’attuazione di gesti violenti e criminali, rendendo così ancor più vulnerabili i cittadini.
Le situazioni di pericolo sono amplificate dal fatto che chi lascia il proprio domicilio lo fa, nella stragrande maggioranza dei casi, in solitudine, nel rispetto delle disposizioni del decreto del Governo.
Ora, visto il ripetersi di questi episodi e visto che in tutti i casi sopracitati si tratta di cittadini extracomunitari irregolari, mi chiedo il perché ancora non vengano adottati dei provvedimenti di espulsione e rimpatrio nel paese di provenienza.
La gente ha il sacrosanto diritto di vivere in una città sicura, soprattutto in un momento così particolare e complicato come quello che stiamo attraversando.
Dobbiamo combattere ogni giorno contro un nemico invisibile – conclude il candidato sindaco – e non vogliamo aver paura anche quando per necessità siamo costretti ad uscir di casa”.