CASTIGLIONE DELLE STIVIERE – Yana Malayko, per tutti ‘Boni’ era già stata minacciata di morte dall’ex fidanzato Dumitru Stratan, soprannominato dagli amici ‘Dimi’, in carcere a Mantova da venerdì scorso per la morte della giovane con l’accusa di omicio volontario premeditato e occultamento di cadavere.
A riferirlo agli inquirenti è stato il giovane che Yana aveva iniziato a frequentare da qualche tempo dopo che aveva lasciato Dumitru. E’ stato lui giovedì sera l’ultimo a vederla viva prima del suo carnefice. A riferirlo è la trasmissione di Rai2 “Ore 14”. Alle 3 di notte del 14 gennaio scorso, dopo una lite, Dumitru le avrebbe detto “ti uccido”. L’8 gennaio la ragazza avrebbe riferito al nuovo fidanzato di avere paura perchè Dumitru monitorava i suoi spostamenti: aveva infatti la localizzazione del suo cellulare. Anche un’amica di Yana riferisce che la giovane aveva paura e le aveva detto di non riferire a nessuno delle violenze subite e di cui era a conoscenza perchè aveva paura. Se Dimi lo avesse saputo l’avrebbe uccisa.
Forse alterato dall’alcol e dalle sostanze stupefacenti di cui faceva uso, come racconta chi lo conosce, almeno in un paio di occasioni le avrebbe messo le mani addosso prima della notte della tragedia di giovedì scorso.
Yana, dopo le telefonate e i messaggi dell’ex fidanzato arrivati sul cellulare la sera di giovedì (Vedi: Yana, trappola mortale di Dumitru: “il cagnolino sta male”. E alla sorella dice: “l’ho ammazzata come lei ha ammazzato me”) aveva accettato di raggiungerlo nella casa della sorella dove da qualche tempo la ragazza aveva trovato ospitalità. All’1,31 di notte la giovane si accorge che qualcosa nella casa non quadra e lo scrive in chat al nuovo ragazzo: la telecamera nell’abitazione era stata manomessa.
Sono le telecamere davanti al condominio che riprendono invece Dumitru mentre esce dalla casa dopo averla uccisa e tenta di nascondere le tracce di sangue buttando il piumone e gli indumenti nei bidoni dell’immondizia, poi l’uomo avrebbe fatto sparire il corpo della giovane.
Il 33enne viene descritto definito dalla criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone come una persona “con problematiche di tipo narcisistico, con una totale assenza di empatia. Con lui gli appelli dei familiari di Yana per far ritrovare almeno il corpo della ragazza non contano perchè “lui ritiene di aver punito Yana e di aver avuto il diritto di farlo, lei se lo meritava”. A tal proposito sconcertano le dichiarazioni su Dumitru rilasciate dalla sorella di questi, la stessa che ha allertato le forze dell’ordine dopo che il fratello le aveva confessato di aver ucciso Yana, cosa che pare avesse fatto anche con un amico. Secondo la giovane il “fratello era molto tranquillo a casa” nelle ore successive alla tragedia.
Un suo conoscente dichiara che Dimi era laureato in giurisprudenza in Moldavia: “forse sa che fino a quando non si trova il cadavere non c’è il corpo del reato, penserà di poter utilizzare le leggi” racconta il giovane certamente ignaro di come davvero sono le leggi che infatti hanno portato il moldavo subito in carcere con delle accuse per le quali è a rischio ergastolo.
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