MANTOVA – Due nuovi spettacoli questa settimana al Teatro Sociale di Mantova per la rassegna Mantova Live Theatre presentata da Mister Wolf.
È sold out l’appuntamento di domani con Arturo Brachetti, artista italiano, famoso e acclamato in tutto il mondo, considerato univocamente The Legend of quick-change, il grande Maestro del trasformismo internazionale. In molti paesi è considerato un mito vivente nel mondo del teatro e della visual performing art. Sul palco il one man show SOLO -The Legend of quick-change, un vero e proprio assolo del grande performer applaudito in tutta Europa da più di 720.000 spettatori in più di 600 repliche, la maggior parte sold out.
Arturo Brachetti è un personaggio internazionale spesso in viaggio intorno al mondo, ma forte è il suo legame con l’Italia, di cui porta sul palco quei segni distintivi che la rendono famosa in tutto il mondo: qualità, amore per “il bello”, gusto e soprattutto, fantasia.
Il 20 aprile, sarà una serata speciale. I Queenmania, blasonata e seguitissima tribute band dei Queen, si rimettono in gioco espandendo i confini del concerto e confezionano Queenmania Rhapsody, un nuovo spettacolo in cui la musica, le fascinazione visive, la narrazione (sotto la regia di Daniele Sala) convivono in una formula più teatrale, una vera rapsodia pop abitata da gatti, brutti anatroccoli, chitarre fatate, regine viziate e uno scrigno di canzoni che spaccano il cuore ad ogni nota, regalandoci l’illusione di poter “vivere per sempre”.
Biglietti disponibili su Ticketone e presso la biglietteria del teatro.
Una favola quella di Freddie e dei Queen fatta rivivere dalla penna di uno dei più prestigiosi autori italiani, Francesco Freyrie. Uno spettacolo nello spettacolo dove video, musica e favola si intrecciano in un crescendo di emozioni, dagli esordi ad A Night at the Opera, dal Live Aid a Wembley. Con la regia di Daniele Sala per rivivere sul palco la leggenda di una band che ha scritto la storia del Rock e non solo.
“È vita reale o è fantasia?” Comincia così la canzone manifesto dei Queen, l’azzardo più incredibile della storia della musica rock. C’è dentro di tutto, schegge di hard-rock, pop, glam, l’opera lirica, il settecento, la teatralità, le ansie esistenziali dell’uomo, i reietti, gli dei e gli inferi.
Eppure dopo quarantatré anni dalla sua pubblicazione, nessuno è ancora riuscito a svelare il segreto del suo significato e a comprenderne appieno i meccanismi del suo successo. Più che una canzone è un mostro, una specie di Frankenstein creato e cantato da un brutto anatroccolo che si era trasformato in un dio e suonata con una chitarra eccezionale, scolpita nella trave di un caminetto, proprio come era successo a Pinocchio.
Forse il segreto dei Queen è proprio questo: aver giocato a tenere i piedi in due staffe, uno sulla terra e l’altro nel mondo delle favole.
Non ci sono messaggi sociali nelle loro canzoni eppure ancora oggi sono potenti, affascinanti, credibili, per nulla superati dalla realtà. La loro arte è sempre stata la messa in scena di una favola… romantica, malinconica, ironica, straziante, gioiosa, sensuale e trasgressiva. Per comprenderli non serve la ragione, bisogna solo arrendersi alla loro straordinaria capacità di affabulare dai dischi, ai live, alle loro vite, in particolare quella di Freddie.